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Sant’Egidio alla Vibrata

Sant’Egidio alla Vibrata fu vico romano con il nome di “Ilium”. Sotto Cesare Augusto fu compreso nella Va Regione d'Italia " Picenum". Il territorio fu attraversato dalle orde barbariche che determinarono la caduta dell'impero romano d'occidente; solo con l'intervento di Bisanzio si ristabilì l'ordine costituito ed i Bizantini edificarono a Sant'Egidio alla Vibrata. I Longobardi hanno lasciato nel comune santegidiese tracce evidenti della loro presenza, fortificarono e s'insediarono a Faraone e nel territorio limitrofo, sulla collina "colle Chiovitto" già "colle Ascensione" furono rinvenute alcune tombe di loro origine. L'occupazione longobarda terminò nel 793 per intervento di Pipino il Breve e sotto il dominio dei Franchi, Carlo Magno, nell'istituire il Regno della Chiesa, delimitò i confini estromettendo Sant'Egidio. Il borgo di Faraone e le sue pertinenze ricaddero sotto l'influenza ed il controllo della Badia di Monte Santo, che ne garantì la tranquilla giurisdizione ecclesiastica. La presenza benedettina permise la bonifica dell'intero territorio e la ricostruzione del borgo adiacente il castello e di nuove chiese. La chiesa priorale di Sant'Egidio così come le chiese conventuali di Sant'Angelo e San Savino, per effetto di un falso storico, appositamente costruito dal vescovo di Ascoli che ne rivendicava il possesso, fu aggregato alla diocesi ascolana. Intorno all'anno 1300 parte della Chiesa e del convento fu distrutta per opera degli Ascolani che, in lotta con i Teramani rivendicavano il possesso dell'alta Val Vibrata; la stessa chiesa subì ulteriori danni a causa di terremoti e fu definitivamente ristrutturata con la costruzione di una nuova e diversa facciata. Papa Sisto V, per effetto di "motu proprio" istituì la diocesi di Montalto e l'abbazia di Monte Santo con le chiese di Faraone e Sant'Egidio fu assegnata alla nuova diocesi e così fino ad oggi. Sant'Egidio ebbe il privilegio di essere considerata, insieme con Civitella del Tronto, città reale e quindi, per tale motivo, esonerata dai tributi feudali fino al 1642. Con l'entrata in vigore del codice napoleonico, su editto di Gioacchino Murat (1809), fu soppresso il feudalesimo ed istituite le piccole Università. Faraone e Sant'Egidio furono inglobate al circondario di Civitella del Tronto. Con i Borboni, a Sant'Egidio, era in servizio la dogana che contribuì a far crescere il contrabbando ed il brigantaggio.Con l'Unità d'Italia, il Comune di Faraone fu aggregato a quello di Sant'Egidio che assunse il nome di Sant'Egidio alla Vibrata con un decreto reale del 23 giugno 1863. Oggi, S. Egidio è una ricca cittadina, infatti ogni palazzo ospita al primo piano un esercizio commerciale: bar, negozi di abbigliamento, profumerie, oreficerie, articoli per la casa, agenzie di viaggio, negozi di calzature. Numerosi sono gli antichi palazzi ristrutturati che si trovano al centro e che danno lustro al paese. Di notevole interesse artistico è la chiesa di Sant'Egidio Abate risalente al XII secolo, in stile romanico a tre navate con abside rotonda. Le monofore con archivolto in pietra in un solo blocco e strombatura interna costituiscono precisi connotati dell'architettura abruzzese. La chiesa decurtata in alcune sue parti dagli eventi bellici del 1304, ha subito una variazione di stile tendente al gotico che all’epoca andava affermandosi nella regione.

Barbara Sechini

Cultura e Spettacoli, 2005-11-22