alla scoperta di…
Ancarano

Situato sul versante Sud della vallata del Tronto, a 294 metri sul livello del mare sorge Ancorano, un paese ricco di storia e di cultura. Nata intorno ad un tempio dedicato alla Dea Ancaria, donata da Carlo Magno al Vescovo di Ascoli Piceno, la cittadina fu conquistata e distrutta dagli spagnoli del duca d’Alba nel 1557. Ricostruita dagli scampati l’anno successivo, tra il 1808 ed il 1812 appartenne al Regno Napoleonico. Nel 1812 venne incorporata allo Stato Pontificio e nel 1848 alla Repubblica Romana. Nel 1852 fu annessa al Regno delle Due Sicilie ed il 21 ottobre del 1860 aderì con plebiscito al Regno d’Italia. Della parte più antica della muraglia di difesa rimangono ancora oggi, due porte: la Porta da Monte e la Porta da Mare. La prima, guarda ad Ovest verso i monti Sibillini, i monti della Laga ed il Gran Sasso. La seconda, si apre verso Levante, dalla parte del mare Adriatico e conserva il suo arco originale in blocchi di travertino. Lo stemma di Pietro sopra l’arco è del Vescovo Rovellera (1518-52) e la lapide sotto di esso ricorda il Vescovo Sigismondo Donati (1605-42). Rimanendo nella parte più antica del paese si può ammirare la Torre Campanaria, che costituisce ciò che rimane dell’antica chiesa parrocchiale esistente già dal XII secolo e intitolata a S. Maria. Dal punto di vista artistico ed architettonico non si può fare a meno di ammirare le tre chiese che dominano il paese, ciascuna delle quali ha un suo stile. Suggestiva è la chiesa della Madonna della Misericordia, dai lineamenti tardo-rinascimentali con pianta ottagonale e sagrestia rettangolare. All’interno vi sono due altari settecenteschi, uno dei quali contiene l’affresco della Madonna della Misericordia, entrambi decorati a stucco. La chiesa di S. Maria della Carità, a differenza della precedente si trova al di fuori dell’abitato ed è stata costruita sullo scorcio del XVII secolo. Formata da un’unica navata e dotata di un campanile, ospita una statua lignea del Settecento raffigurante S. Simplicio e una tela devoziale. Più moderna è la chiesa di S. Maria della Pace, ricca di statue ed affreschi. Questa chiesa è molto amata dagli ancaranesi perché conserva all’interno di un’urna le reliquie di S. Simplicio (1657) patrono del paese che viene festeggiato in luglio.

Barbara Sechini

Cultura e Spettacoli, 2005-09-01