Il 2005 segna il ritorno dei Bluebeaters, autentico supergruppo nato per gioco a metà anni Novanta e oggi diventato uno degli ensemble più amati della Penisola. Attorno alla figura carismatica di Giuliano “King” Palma (Casino Royale, Soul Kingdom) gravitano musicisti di assoluto valore come Ferdi Masi (Casino Royale), Bunna, Paolo “The Angelo” Parpaglione, Cato Senatore e Gigi Mr. T-Bone (Africa Unite), Peter Truffa (New York Ska Jazz Ensamble) e Fabietto (Reggae National Tickets). Dopo l’estate uscirà il nuovo album dei Bluebeaters che, come il fortunato predecessore “The Album” proporrà una serie di brani più o meno noti rivisitati in chiave ska, reggae e rocksteady. Abbiamo incontrato “King” Palma, Bunna e Ferdi poco prima della divertentissima esibizione dei Bluebeaters sul Main Stage dell’Arezzo Wave Love Festival 2005, di fronte a 25000 persone danzanti.
Il Mascalzone: Cosa significa per voi suonare ad Arezzo Wave, un festival che ha avuto la maggiore crescita proprio nel periodo in cui voi facevate cose importanti con la vostra musica?
Bunna: E’ molto bello essere qui. Arezzo Wave è un festival che ci ha accompagnato sin dall’inizio e con cui siamo stati sempre in contatto. Negli anni il festival è cresciuto e ha dato modo a realtà musicali non grandissime di uscire allo scoperto e di farsi vedere da un vasto pubblico.
Il Mascalzone: I Bluebeaters sono stati tra i primi ad utilizzare internet come mezzo promozionale quando nel 1999 “The Album” venne venduto soltanto sul vostro sito. Cosa ne pensate del contrastato rapporto che si è venuto a creare tra internet e la musica?
King: Con internet siamo stati un po’ dei folli e un po’ dei pionieri. La rete è un modo incredibile per portare la tua musica ovunque nel mondo. Naturalmente il rovescio della medaglia è che si vendono sempre meno dischi. Personalmente, se non ho la copertina con scritto anche il segno zodiacale di chi suona, il disco non me lo gusto, però capisco benissimo che un ragazzo di vent’anni con pochi soldi in tasca scarichi da internet più musica possibile: farei lo stesso anch’io.
Il Mascalzone: Sbaglio o è da un po’ che nessuno ha più voglia di fare ska?
King: E’ vero, oggi non ci sono molti gruppi che fanno ska, rocksteady… ma in realtà questo genere in Italia non ha mai riscosso un gran successo. Anche noi abbiamo iniziato a suonare ska mischiandolo col punk con i Casino Royale, solo con i Bluebeaters siamo tornati all’originale formula giamaicana.
Il Mascalzone: Pensando allo ska e al reggae non si può non pensare all’Africa e ai mega-eventi che ultimamente hanno trasformato l’impegno sociale in una grossa faccenda mediatica. Che opinione avete di tali eventi?
Bunna: Diciamo che in linea di massima diffido di queste mega-manifestazioni. Molto spesso mi sembrano cose che hanno più risvolti promozionali che altro. Mi piacerebbe di più vedere i frutti di queste operazioni, vedere cose concrete.
Il Mascalzone: Cosa potete anticipare del nuovo album dei Bluebeaters in uscita dopo l’estate?
Ferdi: Lo stiamo finendo in questi giorni. Conterrà una ventina di canzoni, tutte cover. Abbiamo spaziato un po’ di più rispetto a “The Album”, dove c’erano molti pezzi degli anni Sessanta. Stavolta abbiamo pescato parecchio anche dai decenni successivi. Ci sarà un pezzo dei Queen del ’75, poi un pezzo dei Kiss, uno dei Pretenders, ci sarà anche “Jump” dei Van Halen, che eseguiamo dal vivo da un bel po’ di tempo. Il primo singolo sarà “Messico e nuvole” di Paolo Conte. Ah sì, metteremo anche qualche sigla di telefilm, tipo “Charlie’s Angels”, roba così.
Pierluigi Lucadei