Il mito dell’omicidio rituale
Massimo Introvigne: cattolici, antisemitismo e sangue
Sempre di più sono gli studi che cercano di indagare
una realtà tanto complessa quanto differente al suo interno come quella
ebraica. Ed è proprio su tale filone che si inserisce l’interesse
e l’opera di Massimo Introvigne, fondatore e direttore del CESNUR (Centro
studi sulle nuove religioni). In particolar modo la sua ultima fatica, “Cattolici,
antisemitismo e sangue”, nel quale pone l’accento sul mito dell’omicidio
rituale che, secondo i cristiani, veniva commesso dagli ebrei ai danni di
bambini, per poi berne il sangue. Ma di fatti, fa notare l’autore, le
stesse accuse erano state rivolte dai pagani ai primi cristiani. A tal proposito,
viene citato un documento approvato il 24 dicembre 1759, preparato dal cardinale
Lorenzo Manganelli (poi Papa Clemente XVI), che mette in guardia i cattolici
dal prestare false accuse contro gli ebrei.
Per quale motivo gli ebrei avrebbero dovuto sacrificare bambini per berne
il sangue, se questo è sempre stato un tabù per il mondo ebraico?
Perché, altresì, la scelta ricadde proprio sui bambini cristiani?
Queste sono le domande che pone e si pone lo studioso e che, sinceramente,
non trovano risposte razionali. Ecco perché tale mito va considerato
per quello che è effettivamente: una legenda urbana, una superstizione,
nata tra i bassi ceti della popolazione, tra le classi popolari, ora per ignoranza
ora per vendetta. Ma probabilmente,allora, il problema è altrove.
Da qui l’analisi dello scrittore si estende, fino ad arrivare a quella
che oggi è l’immagine e la valutazione (di gran parte dell’Occidente)
sul mondo ebraico. Un‘idea fuorviante, una “verità”
parziale e, perché no, stereotipata. Perché, ad esempio, una
delle menzogne più evidenti dell’antisemitismo è quella
di considerare gli ebrei come facenti parte dello stesso mondo. Ma non è
così, sottolinea Introvigne. Non lo è mai stato. Ancora oggi
infatti, il mondo ebraico si differenzia in maniera evidente al suo interno:
rifornanti, ortodossi, conservativi, hanno modi di sentire e di vivere l’ebraismo
totalmente diversi. Una qualunque mappatura di tale realtà, ci dice
proprio questo. Ma una qualunque mappatura evidenzia anche che, superstizioni
come quella dell’omicidio rituale, sono frutto di poca conoscenza o
sintomatico di una precisa volontà di imporre e di imporsi.
Simone Grasso
Cultura e spettacolo – venerdì 11 marzo 2005,ore 20.55