Festa di San Martino tra leggende cristiane e pagane

Piazze e piazzette, borghi e piccoli comuni in tutta Italia si preparano a festeggiare San Martino che nella maggior parte delle località cade l’11 novembre. Tra leggende cristiane e pagane questo giorno si consuma all’insegna del gusto, assaporando vecchi e nuovi sapori della cucina autunnale. Nella tradizione cristiana San Martino è il protettore dei poveri e patrono dei soldati. Secondo la leggenda nacque nel 316 d.c. a Salaria in Pannonia (Ungheria) e obbligato dalla legge romana, si arruolò giovanissimo nella guardia imperiale a cavallo. In una piovosa e fredda giornata d’autunno dell’anno 344 d.c., mentre stava passeggiando con il suo cavallo, incontrò un poveraccio seminudo e intirizzito dal freddo. Si impietosì e dopo aver tagliato con la spada il suo caldo mantello, ne diede una parte al mendicante. Dopo un po’ smise di piovere, l’aria si fece più mite, il cielo si rasserenò ed il sole cominciò a riscaldare la terra. Un segno di ringraziamento per quell’atto di carità. Da qui “l’estate di San Martino” che definisce quel periodo, agli inizi di novembre, in cui spesso accade che l’autunno regali delle calde giornate di sole. Martino fu battezzato ad Amiens lo stesso anno. Subito dopo lasciò il servizio militare perché non voleva combattere contro i barbari ed iniziò gli studi teologici. Ritiratosi a Ligugé fondò un monastero e venne eletto a voce di popolo vescovo di Tours. Morì a Candes l’8 novembre del 397 d.c.
Caldarroste e vino novello inaugurano le innumerevoli fiere, feste e sagre che in onore a San Martino propongono ogni sorta di leccornia e di prodotti tipici in esplicito segno di abbondanza. Proprio in ringraziamento all’abbondanza del raccolto, si venerava, in epoca precristiana, la divinità germanica Wotan. I festeggiamenti avvenivano durante la festa d’autunno in concomitanza con la fine di tutti i raccolti, dell’avvenuta vinazione e della gran disponibilità di castagne. La ricorrenza era legata alla celebrazione dell’antico capodanno celtico, che si festeggiava dalla notte tra il 31 ottobre e il 1mo novembre fino a quella dell’11 novembre. Era un rito pagano dove l’abbondanza era simboleggiata da una “cornucopia” o corno dell’abbondanza che indicava appunto prosperità.. Così a seguito del sincretismo pagano cristiano ancora largamente diffuso nella nostra tradizione, San Martino è associato alla festa della “processione dei cornuti” nel doppio senso di essere da un lato ciò che resta del Baccanale e delle feste della fertilità, e dall’altro un corteo di sventurati mariti.


Nicoletta Amadio


Cultura e Spettacolo, 2003-11-10