E … state in Riviera.
S. Benedetto T. – A NUDO: mostra internazionale al Palazzo Piacentini.
PALAZZO BICE PIACENTINI
CENTRO ARTE CONTEMPORANEA
SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP)
11 luglio – 18 agosto 2004
inaugurazione domenica 11 luglio 2004 ore 18.30
Artisti:
Nobuyoshi Araki, Maree Azzopardi, Mat Collishaw, Paolo Consorti, Anton Corbijn,
Gianluca Cosci, Dubosarsky & Vinogradov, Evergon, Luca Francesconi, Robert
Gligorov, Micha Klein, Brigitte Niedermair, Begona Montalban, Dino Pedriali,
Stefano Scheda, Santiago Sierra
Palazzo Piacentini ospita una mostra internazionale d’arte contemporanea
che vede affiancati eccezionalmente i lavori di sedici artisti provenienti
da tuttto il mondo. (Giappone, Olanda, Canada, Italia, Australia, Inghilterra,
Russia) Il tema è classico: il nudo.
Il progetto ideato e curato da Gloria Gradassi, critica e storica dell’arte,
pone l’attenzione sull’interpretazione attuale di un tema da sempre
presente nei linguaggi artistici. Basti pensare a tal propositio all’importanza
del corpo nudo nell’arte della Grecia classica, o ad artisti universali
come Michelangelo e Canova, solo per citarne alcuni.
Diversi per nazionalità, cultura, linguaggi, i sedici artisti in mostra a Palazzo Piacentini, tracciano una visione ampia del tema e delineano una contemporanea antropologia del nudo, affermando nel presente le molteplici potenzialità espressive e i dinamismi narrativi di un’icona portante della tradizione artistica occidentale.
Il corpo nudo, elemento primario d’identità, individuale e collettiva, la parte che rende ogni individuo unico e simile agli altri, appare come un emblematico prisma dalle molteplici sfaccettatture: attraverso esso si intrecciano raccconti multipli sulla contemporaneità con prospettive che coinvolgono la dimensione privata e quella sociale.
Così definitivamente sottratto dopo la body art all’aura del classico e liberato da ogni rischio di appiattimento sul versante banale della citazione, il nudo trova nuovi codici e significazioni nel lavoro di artisti che lo impiegano come materia centrale delle proprie operazioni artistiche.
Robert Gligorov, attraverso il corpo svela trasformazioni biologiche e post-umane
che descrivono l’essere umano come materia naturale in perenne evoluzione
e trasformazione.
Evergon e Mat Collishaw, differenti per generazione delineano una personale
e contemporanea forma di manierismo usando il corpo come elemento centrale
di un racconto sulla bellezza.
Nobuyoshi Araki del nudo racconta la sensualità mobiida e prvocatoria.
Sole protagoniste femminili al centro di un universo erotico appasionante
e denso, in cui la sessualità diviene motivo esistenziale.
Micha Klein e Dubosarsky & Vinogradov immaginano paradisi artificiali
dove un’umanità in fuga dal quotidiano si esibisce in atmosfere
psichedeliche o da ‘dèjuner sur l’herbe’.
Quelli di Paolo Consorti sono mondi dove l’esercizio di rituali collettivi
legati all’esibizione del corpo nudo, mette in scena con ironia la condivisione
di bisogni privati e mentali.
Anton Corbijn ci riporta invece con sguardo asciutto al jet-set, al mondo
irraggiungibile e perfetto delle celebrities.
All’opposto per Santiago Sierra, il corpo nudo è anonimo, e attraverso
il cinico impiego che ne fa nell’opera d’arte giunge a toccare
con spirito di denuncia situazioni di squilibrio sociale.
Brigitte Niedermair realizza immagini nelle quali il corpo nudo incarna l’idea
di una quasi divina perfezione, come ad indicare attraverso la bellezza una
rinnovata via di ascesi spirituale.
Begona Montalbàn usa il corpo nudo annullandolo e scarnificandolo in
un bianco assoluto. Le figure monocromatiche recitano un teatro immaginario
fatto di espressioni, gesti, posture, e introducono un movimento sottile nella
ripetizione ossessiva dei nudi bianchi.
Luca Francesconi nei suoi dialoghi uomo-donna fatti di gesti, contatti e sguardi,
racconta la leggerezza e la malinconia di una generazione, la sua, cresciuta
sul disincanto.
Stefano Scheda utilizza i corpi come fossero materia plastica, le sue immagini
sono vere e proprie sculture, e il nudo, quasi michelangiolesco, è
elemento di forte tensione.
Anche Maree Azzopardi fotografa il corpo nudo conferendogli forza scultorea,
ma il suo è un racconto in penombra, sottile e portatore di una sensualità
al femminile.
Dino Pedriali trova nel nudo la massima espresione della sensualità,
una sensualità che va oltre l’aspetto esteriore e che, nell’attimo
in cui è fermata sulla pellicola racconta una bellezza oltre la contingenza,
classica.
Nel lavoro di Gianluca Cosci il corpo nudo è l’alter ego fotografico
messo in rapporto a quello reale. Attraverso scatti lucidi e oggettivi mette
a confronto realtà, immagine riprodotta e immagine mentale.
Questo progetto è realizzato grazie al contributo della Fondazione
Carisap
Altri materiali sono disponibili su richiesta
Info cristinapetrelli@interfree.it
+39 349 7312190
Cultura e Spettacoli, 2004-07-06