Afterhours + Bugo 26 Giugno 2004
Mamamia – Senigallia
Da un lato la consolidata esperienza di una carriera ormai quindicennale
nel substrato del rock italiano, dall’altro l’ironia di un artista
che fa delle sonorità stravaganti e dei testi improbabili e scanzonati
il suo marchio di fabbrica. Afterhours e Bugo hanno richiamato un grande pubblico
al Mamamia di Senigallia. Sale sul palco prima Bugo e mostra quanto di buono
si è detto di questo ragazzo assolutamente fuori dagli schemi, ironico
e provocatorio, feroce e disincantato, dai modi così sgangherati che
ricordano l’indimenticabile Rino Gaetano. Attacca con “Alleluia”,
“Il sintetizzatore”, “Mezz’ora prima di morire”,
prosegue con “Con il cuore nel culo” e con “Casalingo”,
il cui video è riuscito a girare anche nei palinsesti di Mtv. Poi il
simpatico siparietto della “Triade dell’amore”, in cui Bugo,
alla maniera di quel Beck a cui tanti lo hanno accostato, si diverte a stravolgere
tre canzoni d’amore di Umberto Tozzi, Ricchi e Poveri e Alexia. Chiude
con “Un altro conato”, pezzo tratto dall’ultimo album “Golia
& Melchiorre”.
Poi tocca a Manuel Agnelli e soci. L’inizio è di quelli che non
ti aspetti: una quasi dimenticata “Pop kills your soul”, pezzo
in inglese che ha dato il nome al loro secondo album datato 1993; segue la
violenza e l’irriverenza di “Veleno”, che nei precedenti
concerti faticava a trovare spazio, e si prosegue con altri tre pezzi per
stomaci forti: “1.9.9.6.”, “Rapace” e “Dea”.
“Bungee Jumping”, “Varanasi Baby” e “Sulle Labbra”,
tratte dall’ultimo album “Quello che non c’è”,
ci preparano alle atmosfere cupe e malinconiche delle due cover “La
Canzone di Marinella” di Fabrizio De Andrè e “Gioia e Rivoluzione”
degli Area. Poi le chitarre si fanno più taglienti: è la volta
di “Male di Miele” e “Le Verità che Ricordavo”
con le solite acrobazie con il microfono. “Quello che non c’è”,
“Non sono immaginario” e “Bye Bye Bombay” chiudono
la prima parte.
Dopo una breve pausa Manuel si cimenta in un pezzo di Bruce Springsteen, “Adam
raised a Cain” e chiude con “Non è per sempre” e
“Mio fratello è figlio unico”.
Claudio Palestini
Cultura e Spettacoli, 2004-06-27