Marzo è donna – nel ricordo di Mimì Berté

Siamo arrivati all'ultimo appuntamento di “Marzo è donna” e la magnifica donna che oggi vogliamo ricordare è Mimì, all'anagrafe Domenica Bertè in arte Mia Martini.
La sua voce, intensa e struggente colorata di mille sfumature, ci ha accompagnato per molti anni. Spesso l'abbiamo vista scomparire per lunghi periodi, poi l'ennesima risalita. Silenzi a volte voluti e a volte no. Testarda, professionista, diffidente verso il suo ambiente, sola. La sua vita era la musica.
Mimì Bertè nacque a Bagnara Calabra il 2 settembre del 1947. Ebbe prestissimo l'incontro con la musica. Piccole feste di paese e concorsi dilettantistici per voci nuove. Di fatto, però, non accadeva nulla di rilevante. Da qui l'idea di trasferirsi con la madre a Milano, alla ricerca di un contratto discografico. Dopo tanti no, è il discografico Carlo Alberto Rossi a credere alle potenzialità della ragazzina. Il primo disco arrivò nel '63 cui fecero seguito, in tre anni, altri tre 45 giri. Per cinque anni, di lei si persero completamente le tracce. Quando nel 1971 riapparve sulla scena discografica, nessuno più collegò la ragazzina yé-yé a questo nuovo personaggio, proiettato verso un repertorio d'avanguardia e con un nuovo nome d'arte: Mia Martini. Il primo disco fu un 45 giri di grande impatto: due canzoni che fecero discutere. La prima era la dissacrante "Padre davvero", dai toni forti, l'altra era "Amore... amore... un corno!" scritta da un giovanissimo autore romano, Claudio Baglioni. "Padre davvero" venne censurata dalla programmazione radiofonica a causa del dissacrante testo in cui si narrava la storia di una ragazza in conflitto generazionale con il padre.
Nel 1979 l'incontro con Ivano Fossati con il quale nacque un sodalizio artistico e sentimentale. Tra un album e l'altro, arrivò la partecipazione al Festival di Sanremo dell''82, dove propose la suggestiva "E non finisce mica il cielo", scritta da Fossati e premiata con il Premio della Critica. La canzone d'autore era il suo punto forte ed il suo era un canto d’amore. Ha interpretato il meglio del repertorio dei cantautori italiani così come dei più importanti autori stranieri. Da Cat Stevens a Nina Hart dai già citati Baglioni e Fossati, a De André, De Gregori, Zucchero, Califano. Dopo cinque anni, nei quali aveva deciso di tagliare drasticamente i ponti con l’ambiente discografico ritirandosi nella campagna umbra, Mimì tornò sulla scena. Era 1988 e al Festival di Sanremo presentò "Almeno tu nell'universo" che Bruno Lauzi aveva tenuto nel cassetto per oltre dodici anni. Fu di nuovo un successo che gli conferì, in quell’occasione, il Premio Tenco. Qualche anno dopo, il 12 maggio del 1995, il suo canto d'amore si arrestò.

Amadio Nicoletta

Cultura e Spettacoli, 2004-03-27