10° Festival Ferré
Francesco Guccini e Xavier Ribalta parlano di Léo

Nel corso dell’incontro-intervista per la stampa presso l’Hotel Calabresi, Xavier Ribalta e Francesco Guccini, i due nomi più importanti del 10° Festival Ferré, hanno parlato dell’incontro e del rapporto con la musica di Léo Ferré.
“Ho conosciuto la musica di Ferré in uno dei miei primi viaggi in Francia agli inizi degli anni Sessanta”, dice Ribalta, considerato uno dei maggiori esponenti della canzone d’autore spagnola, “andai a vedere un suo concerto e, alla fine, rimasi come paralizzato per una mezzora e dissi a me stesso che se fossi diventato musicista avrei voluto assomigliare a Léo Ferré. Ferré è diventato la mia guida, la mia stella. Poi ho avuto la fortuna di conoscerlo, di frequentarlo, e gli ho promesso di tradurre le sue canzoni in catalano: sono molto felice per aver rispettato la parola data”. Ribalta ha infatti pubblicato, nel 2001, il disco “Et Basta”, contenente 14 brani di Ferré tradotti e cantati in lingua catalana.
Guccini, di cui sono da poco usciti l’album “Ritratti” e il romanzo “Cittanòva Blues”, ha ricordato la sua iniziazione alla musica. “Il primo impatto è stato proprio con la canzone francese”, dice il cantautore, “un giorno una mia amica mi fece sentire Brel e rimasi molto colpito. Léo Ferré non lo conoscevo. L’ho conosciuto più tardi, precisamente nel ’74 al Tenco, e da lì ho iniziato ad ascoltarlo e ad apprezzarlo. Se non ho mai cantato Ferré è per un motivo molto semplice: non ho assoluta dimestichezza col francese”.
A Francesco Guccini sarà assegnata la Targa Léo Ferré 2004 con la seguente motivazione: “per il rigore poetico del suo canzoniere, specchio d’amore vissuto dove si riflettono slanci e cadute, miserie e meraviglie dell’uomo di ogni tempo”.


Pierluigi Lucadei


Cultura e spettacolo – venerdì 4 giugno 2004, ore 15.48