I percorsi alternativi del rock dalle origini ad oggi
Grottammare – Ancora un interessante seminario all’interno della rassegna “Cinema e rock”. Domenica 6 giugno ultimo appuntamento.


La rassegna “Cinema e rock”, organizzata dall’Associazione Culturale “Blow Up” di Grottammare, ha ripercorso, in un interessante seminario, tre decenni di musica ( ’70, ’80 e ’90) seguendo i binari del rock di qualità. Il seminario, intitolato “I percorsi alternativi del rock dalle origini ad oggi” è stato tenuto da Arturo Stalteri, musicista e voce nota agli ascoltatori di Radio Rai.
Per rappresentare gli anni Settanta, Stalteri ha scelto due nomi che, seppure in maniera molto diversa tra loro, hanno proposto un “altro” tipo di rock, più elegante e, per certi aspetti, “colto”: Roxy Music e Talking Heads. Entrambi i gruppi hanno beneficiato della collaborazione di Brian Eno, prima di essere presi in mano in tutto e per tutto dagli ego maniacali dei rispettivi leader, Brian Ferry e David Byrne. Altre due band degli anni Settanta prese in considerazione sono state Sex Pistols e Dire Straits, che,pur essendo nate nel medesimo periodo, sono quanto di più distante si possa immaginare, per tecnica, intenti e sentire musicale. I Sex Pistols, ascoltati con “Submission”, sono nati da una felice intuizione di Malcolm McLaren, che ha messo insieme quattro sbandati e ne ha fatto i leader del movimento punk; i Dire Straits, invece, si sono affermati grazie al talento chitarristico di Mark Knopfler, professore di lettere divenuto rockstar per caso.
Gli anni Ottanta sono stati il buio pesto del rock solo per un ascoltatore distratto. Stalteri ha proposto filmati dei Japan, il gruppo di David Sylvian, dei R.E.M., che sono nati come i “nuovi Byrds” e poi hanno saputo rinnovarsi e cambiare pelle disco dopo disco, dei Police di Sting, Summers e Copeland, degli U2, e dei Cure, la splendida creatura di Robert Smith, vera icona del rock gotico.
I primi anni Novanta sono stati caratterizzati dall’esplosione del rock acido e stonato di Seattle, che per un lustro è stata un incredibile fucina di talenti: Kurt Cobain, Eddie Vedder, Chris Cornell, Mark Arm, Jerry Cantrell sono solo alcuni degli artisti sbocciati dal seme malato del grunge. Stalteri ha scelto un pezzo che rappresentasse tutta una generazione: la scelta, per niente scontata, è caduta su “Light years” dei Pearl Jam più poetici. Anche il post-rock ha caratterizzato, senza però arrivare mai al grande pubblico, lo scorso decennio: tra gli esponenti più importanti di questo genere gli americani Tortoise e gli scozzesi Mogwai.
Stalteri ha poi tracciato due percorsi alternativi per rileggere gli ultimi anni di musica. Il primo incentrato sulle voci più influenti del rock al femminile: sono stati proiettati i video “Mandinka” di Sinead O’Connor e “Celebrity skin” di Courtney Love. Il secondo percorso alla ricerca del miglior rock di altri Paesi. Si è ascoltato rock francese, svedese, finlandese, e particolare attenzione è stata rivolta alla Germania dei mitici Faust e Popol Vuh, all’Islanda di Bjork e dei Sigur Ros, alla Nuova Zelanda di Bic Runga e dei Garageland e al Portogallo punk dei Dementes.
L’ultimo appuntamento con i seminari di Arturo Stalteri è fissato per domenica prossima, 6 giugno, presso la Sala Consiliare del Comune di Grottammare: protagonista il Progressive Rock.

Pierluigi Lucadei

Cultura e spettacolo – lunedì 31 maggio 2004, ore 15.09