Il 57° Festival del Cinema di Cannes si è concluso col trionfo di
“Fahrenheit 9/11”, il film-documentario firmato Michael Moore, che
mette in luce i retroscena dell’undici settembre e gli enormi interessi
economici che hanno portato alla guerra in Iraq.
Nessuna sorpresa dunque. Se la Palma d’Oro a Moore non era scontata, appariva
quantomeno “dovuta”. Per due motivi. Innanzitutto perché
il regista americano è stato il vero protagonista del Festival, raccogliendo
sin dal suo arrivo sulla Croisette ovazioni e infinite manifestazioni di consenso.
In secondo luogo perché per la giuria, presieduta quest’anno da
Quentin Tarantino, sarebbe stato difficile rispondere alle accuse di censura,
qualora avesse lasciato Moore a bocca asciutta.
Il riconoscimento a “Fahrenheit 9/11” assume un importante significato
politico. Il film non ha ancora una distribuzione negli Usa e la Palma d’Oro,
come ha dichiarato Moore dopo la premiazione, “lo farà uscire dall’ombra”.
Per il resto, è stato un trionfo del cinema asiatico, ma questo non è
più una sorpresa. Solo chi frequenta poco il mondo-cinema, si sarà
stupito dell’accoglienza riservata a Wong Kar-Wai, manco fosse una rockstar.
Lo straordinario regista di Hong Kong non ha ricevuto riconoscimenti solo perché
il suo “2046”, in dubbio fino alla fine e presentato in estremis
l’ultimo giorno di proiezioni, è ancora un work in progress e sarebbe
stato un azzardo premiare un “incompiuto”. Il Gran Premio della
Giuria se l’è aggiudicato, invece, “Old Boy” del coreano
Chan-Wook Park, autore sanguinario che in molti hanno accostato a Tarantino.
I Premi per il Miglior Attore e la Miglior Attrice sono andati, rispettivamente,
al dodicenne giapponese Yagira Yuya per “Nobody Knows” e alla cinese
Maggie Cheung per “Clean”. Premio per la Miglior Regia a Tony Gatlif
e al suo road movie “Exils”. Caméra d’or all’israeliana
Keren Yedaya per il film “Or”.
Di seguito i vincitori delle ultime edizioni:
2003:
Palma d’Oro: “Elephant” di Gus Van Sant
Gran Premio: “Uzak” di Nuri Bilge Ceylan
Miglior Regia: Gus Van Sant, “Elephant”
2002:
Palma d’Oro: “Il Pianista” di Roman Polanski
Gran Premio: “L’uomo senza passato” di Aki Kaurismaki
Miglior Regia: Im Kwan-Taek, “Chihwaseon”, e Paul Thomas Anderson,
“Punch-Drunk Love” (ex aequo)
2001:
Palma d’Oro: “La stanza del figlio” di Nanni Moretti
Gran Premio: “La pianiste” di Michael Hanneke
Miglior Regia: David Lynch, “Mulholland Drive”, e Joel Coen, “The
man who wasn’t there” (ex aequo)
2000:
Palma d’Oro: “Dancer in the dark” di Lars Von Trier
Gran Premio: “Guizi Lai Le” di Jiang Wen
Miglior Regia: Edward Yang, “Yi Yi”
1999:
Palma d’Oro: “Rosetta” di Jean-Pierre e Luc Dardenne
Gran Premio: “L’humanite” di Bruno Dumont
Miglior Regia: Pedro Almodovar, “Tutto su mia madre”
1998:
Palma d’Oro: “Mia Eoniotita Ke Mia Mera” di Theo Angelopulos
Gran Premio: “La vita è bella” di Roberto Benigni
Miglior Regia: John Boorman, “The General”
1997:
Palma d’Oro: “Il sapore della ciliegia” di Abbas Kiarostami
e “L’anguilla” di Shohei Imamura (ex aequo)
Gran Premio: “Il dolce domani” di Atom Egoyan
Miglior Regia: Wong Kar-Wai, “Happy together”
1996:
Palma d’Oro: “Secrets and Lies” di Mike Leigh
Gran Premio: “Breaking the Waves” di Lars Von Trier
Miglior Regia: Joel Coen, “Fargo”
Pierluigi Lucadei
Cultura e spettacoli – domenica 23 maggio 2004, ore 11.03