Certo, i nostri intelletti narcotizzati tradiscono centinaia di urgenze.
Ma pochi lo sanno. Controvoglia costringerei chi gioisce della propria
penosa condizione di inetto a farsi un'opinione. Preferisco lasciarli
così, perfetti alligatori delle paludi catodiche. E negli anni
a venire saranno sempre di più. Una massa deforme. Paurosa. Ma
così abulica da nuocere soltanto a sé stessa. Inerti catatonici
esempi di ghiottoneria frustrata. Penso che la sfida del futuro sia quella
di emanciparsi dall'imposto. Se ogni via preferenziale è una catena.
Se ogni convenzione è una prigione. Liberarsi da ciò che
assoggetta. Adoperarsi nel quotidiano vuoto delle cose. Allungare le mani
al cielo e cancellarne un pizzico, portando a terra quel po' di lucida
pienezza. Un millennio che comincia è come una pallina da golf.
Siamo noi con le nostre mazze ideologiche ad imprimergli la direzione
che vogliamo. Personalmente auspico un dietrofront che spogli l'aria dai
troppi ghirigori tecnologici e tecnologizzanti, con la speranza di trovare
un Eden di puro romanticismo. Occorrono le nostre passioni, sinuose infuocate
violente. Sbizzarrite in un futuro da costruire. Anche se siamo in pochi
a coniugare eccesso e consapevolezza e a non deviare le nostre menti verso
un autoerotismo da soap. Altrimenti il 2000 sarà solo l'anno che
viene dopo il 1999.
Pierluigi Lucadei
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