da Coldiretti.

-“LATTE PER L’INFANZIA, ORA SERVE FARE CHIAREZZA PER EVITARE POTENZIALI RISCHI AI CONSUMATORI E DANNI AL LAVORO DI QUALITA’ OPERATO DALLLE IMPRESE E DAGLI ALLEVAMENTI”
“Ci auguriamo che i controlli sulle confezioni di latte proseguano, poiché è inaccettabile sia esporre i bambini marchigiani a potenziali rischi, sia mettere a rischio, di riflesso, il lavoro delle imprese zootecniche regionali impegnate in produzioni di grande qualità”. E’ quanto dichiara il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi, dinanzi all’aggravarsi della vicenda dei sequestri di latte per l’infanzia contaminato. “Occorre che sulla faccenda sia fatta la massima chiarezza a tutti i livelli – spiega Luzi -. In primis per dare risposte precise sull’eventuale pericolosità della sostanza incriminata, tenendo fermo il concetto che, anche se fosse innocua, non dovrebbe in ogni caso essere presente in ciò che finisce nel... biberon ed è così importante per l’alimentazione e la salute dei bambini. Poi, non vorremmo che un fatto del genere, anche se circoscritto a un alimento particolare, provocasse un danno ai consumi di latte in generale. Un pericolo da evitare, anche perché gli allevamenti marchigiani hanno da tempo impostato un lavoro nella direzione della grande qualità, della genuinità e della sicurezza”.
“Senza dimenticare che l’entrata in vigore qualche mese fa dell’etichettatura del latte fresco ha rappresentato un ulteriore momento di valorizzazione delle nostre produzioni e di trasparenza per il consumatore – aggiunge il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli -. Certo, con un aumento di prezzo fino a 16 volte nel passaggio dalla stalla al biberon, è particolarmente grave che vi siano anche dubbi sulla qualità finale del latte per l’infanzia messo in vendita”.
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-LATTE sequestrato:
il Ministero della Salute precisa con un Comunicato.

Ministero della Salute – Ufficio Stampa, Comunicato n. 106, 22 novembre 2005

In merito ai sequestri di latte liquido per bambini, effettuati dal Corpo forestale dello Stato, il ministero della Salute precisa quanto segue:
la presenza della sostanza ITX, che ha portato al ritiro del latte, è stata riscontrata a seguito dei controlli effettuati dal sistema sanitario, un sistema che mostra, in modo chiaro, il suo buon funzionamento;
in seguito a questo ritrovamento, è stato il Ministero della Salute, fin dallo scorso settembre, ad allertare l’Unione Europea. Com’è noto l’attivazione del sistema di allerta comunitario comporta il ritiro di tutti i lotti dei prodotti oggetto della segnalazione su tutto il territorio nazionale e comunitario; la Commissione europea solo il 14 ottobre ha investito del problema l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), mentre il ministero della Salute ha chiesto subito all’Istituto superiore di Sanità di fornire i dati sulla tossicità della sostanza ITX e di acquisire dati sulla presenza della stessa sostanza in altri prodotti alimentari.
sia l’Efsa che l’Istituto superiore di Sanità non hanno ancora fornito indicazioni circa la pericolosità di questa sostanza, che peraltro non compare in alcun elenco delle sostanze tossiche o cancerogene;
va sottolineato che sono le Regioni a essere responsabili delle misure relative al ritiro delle confezioni dei lotti contaminati;
ci si è mossi, comunque, sulla base del principio di precauzione, per la salvaguardia della salute del cittadino. Bisogna capire, ora, se i recenti sequestri sono stati effettuati come “coda” della nostra segnalazione di settembre o se ci sono state nuove segnalazioni al magistrato;
il Ministero della Salute e la Commissione europea non potevano adottare altre misure, se non richiedere pareri scientifici e attivare le procedure per il ritiro dal commercio dei lotti di prodotto  contaminato. Secondo le regole europee – e, di conseguenza, italiane – spetta, in ogni caso, alle aziende produttrici assicurare i requisiti di sicurezza dei prodotti in questione. Il Ministero della Salute, da parte sua, continuerà a vigilare e ad attivare le procedure, per i lotti che possano avere avuto lo stesso inconveniente.
Benessere e Salute, 2005-11-22

-“VIRUS DEI POLLI, SERVE UN’AUTORITA’ UNICA REGIONALE
PER DARE RISPOSTE ALLE IMPRESE E AI CONSUMATORI”
COLDIRETTI MARCHE INTERVIENE SULLA RIUNIONE DI GIUNTA
Un’Autorità Unica regionale per fronteggiare la crisi del settore avicolo, capace di promuovere una corretta informazione verso il consumatore e di dare risposte alle difficoltà delle imprese, tramite iniziative concrete come, ad esempio, l’utilizzo di carne di pollo e uova nelle mense di ospedali, scuole e caserme.
E’ quanto propone Coldiretti Marche per superare il crollo dei consumi e le conseguenti difficoltà per le aziende causati dall’influenza aviaria. Un tema oggi al centro dei lavori della Giunta regionale, riunitasi nell’azienda Fileni di Cingoli. “La situazione del settore è assai grave, ed è necessario studiare un pacchetto di interventi sia economici che strutturali per le imprese avicole – ha spiegato oggi il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli -. Oltre a ciò, bisogna mantenere l’obbligatorietà dell’etichettatura dell’origine della carne di pollo, poiché solo in tal modo si può valorizzare il prodotto nostrano e rassicurare il consumatore”.
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-COMPARTO AVICOLO.
Cingoli – la Regione Marche chiede lo “stato di crisi”
COMPARTO AVICOLO, LA REGIONE MARCHE CHIEDE LO "STATO DI CRISI"
(CINGOLI) ' La Giunta regionale ha chiesto al ministero per le Politiche Agricole e Forestali lo stato di crisi del settore avicolo per tutto il territorio delle Marche. Contestualmente stanziera` 300 mila euro per lo smaltimento degli animali deceduti o soppressi in azienda. I provvedimenti sono stati assunti oggi dall'esecutivo ' presso lo stabilimento Fileni di Cingoli ' nel corso di una seduta straordinaria di Giunta, al termine dell'incontro con le organizzazioni professionali e sindacali del settore avicolo marchigiano. Le delibere, come ha spiegato il presidente Gian Mario Spacca, sono una prima risposta alle esigenze manifestate dal settore, che lo scorso 3 novembre ha sollecitato la Regione ad attivare iniziative per mitigare la crisi, innescata dalle preoccupazioni per un'eventuale pandemia di influenza aviaria. Crisi che, come e` emerso durante l'odierno incontro con le principali aziende avicole regionali (Fileni, Arena e Monadi), ha determinato un calo medio di consumi del 50% rispetto ad agosto 2005 e una diminuzione del fatturato del 35% sul 2004. Secondo i dati forniti da Avi-Marche, risultano in cassa integrazione 300 addetti dei comparti di macellazione e altri 500 corrono lo stesso rischio. Le imprese marchigiane di dimensioni significative sono circa 300. Coprono il 45% della produzione del comparto zootecnico regionale e rappresentano il 18% della produzione lorda vendibile regionale.

I 300 mila euro destinati allo smaltimenti dei capi aviari (deceduti o soppressi con o senza diagnosi) saranno assegnati alle piccole e medie imprese agricole, limitatamente ai volatili da cortile. Il contributo e` pari al 70% della spesa ammissibile (rapportata al 5% dei capi deceduti per ciclo di allevamento) e sara` operativo solo dopo l'assenso della Commissione europea, nel rispetto della normativa sugli aiuti di stato nel settore agricolo.

'Ci siamo riuniti presso l'azienda Fileni ' ha sottolineato il presidente Spacca - per dare solidarieta` ai lavoratori e alle imprese del settore. I due provvedimenti approvati favoriranno l'attivazione di ammortizzatori sociali e di contributi per sostenere la crisi della domanda. Inoltre cercheremo di stabilire un rapporto di collaborazione con le altre regioni interessate, come la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna, per sviluppare una comunicazione incisiva che tranquillizzi il consumatore sulla sicurezza delle carni avicole, il cui consumo non ha alcuna correlazione con l'ipotetica presenza del virus'.
Primo Piano, 2005-11-23

-COLDIRETTI MACERATA: “GIRASOLI NEI MOTORI
PER SCONFIGGERE INQUINAMENTO E CARO-PETROLIO”
DOMANI CONVEGNO A SAN GINESIO SULLE BIOMASSE
Nella provincia di Macerata si coltivano ogni anno circa 280mila quintali di girasoli, con i quali si potrebbe produrre biocarburante, ma anche alimentare centrali elettriche. Delle possibilità offerte dalle colture energetiche si parlerà domani pomeriggio a San Ginesio, nel corso del convegno organizzato da Coldiretti Macerata, nell’ambito delle iniziative del Rigraziamento 2005.
La manifestazione si svolgerà nella Sala consiliare della Comunità Montana dei Monti Azzurri, con inizio alle ore 17.30.
“Contro l'inquinamento e il caro petrolio è necessario investire in energie alternative come i biocarburanti ottenuti da coltivazioni quali girasole e barbabietole che questa provincia può produrre in abbondanza – spiega il presidente di Coldiretti Macerata, Luciano Fuselli -, offrendo un’opportunità di reddito alle imprese e di risparmio per i cittadini senza dimenticare gli effetti benefici per l’ambiente. Un tema di particolare importanza, come dimostrano anche le varie iniziative che si stanno prendendo a livello locale, come ad esempio le domeniche senz’auto. Non a caso lanceremo una proposta di legge popolare per la promozione della produzione e dell’impiego di questo tipo di colture energetiche”. I programma prevede in apertura i saluti di Giampiero Feliciotti, Presidente della Comunità Montana. Seguiranno le relazioni su “La produzione di biomassa a scopo energetico” e su “Sistemi di riscaldamento a biomasse”, con Gianluca Savini e Mauro Moroni del Dipartimento Energetica dell’Università Politecnica delle Marche.
Alle 18.30 il direttore del CETA di Gorizia, Roberto Iodice presenterà uno studio su “La filiera del girasole per la produzione di energia elettrica”, fino alle conclusioni di Luciano Fuselli, Presidente di Coldiretti Macerata.
COLDIRETTI MACERATA NEWS - 0733 2441 - 335 1038834

Cronaca e Attualità, 2005-11-24