RAZZA BOVINA MARCHIGIANA SALVATA... DALLA MUCCA PAZZA
DALL’EMERGENZA AD OGGI, PRODUZIONE AUMENTATA DEL 16%
Se la razza bovina Marchigiana si è salvata dall’estinzione,
divenendo uno dei prodotti zootecnici più richiesti sul mercato, lo
si deve anche a... “mucca pazza”. Lo testimonia uno studio condotto
a livello nazionale da Coldiretti e relativo alle consistenze delle cinque
principali razze autoctone tra il 2000 e il 2005. Ebbene, dall’emergenza
Bse a oggi si è passati da 42.320 a 49.197 capi, con un incremento
del 16%. Di questi, 25mila circa sono allevati nelle Marche. “Un risultato
che non ci sorprende – commenta Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti
Marche -, poiché proprio nei tempi bui dell’emergenza la zootecnia
regionale ha garantito ai consumatori marchigiani la sicurezza di mangiare
carne senza temere per la propria vita. Il tutto grazie al legame col territorio
e a iniziative innovative, come il sistema di tracciabilità avviato
da Bovinmarche già dal 1987, poi sviluppato nel 1996 con l’etichettatura
elettronica, che oggi è estesa ad ogni singolo taglio di carne. Uno
sforzo, portato avanti dalle imprese agricole anche sul fronte della qualità,
che i cittadini hanno apprezzato e premiato, tanto che la richiesta di carne
di razza Marchigiana arriva spesso a superare l’effettiva offerta”.
Successo che può e deve far da guida per l’intera filiera zootecnica.
“Dopo la costituzione a livello regionale della Macrofiliera, è
in via di realizzazione un esperimento pilota con la collocazione di totem
elettronici in tutti i supermercati – continua Luzi –, che consentiranno
al consumatore non solo di risalire a chi ha prodotto la fettina che ha appena
acquistato, ma addirittura di vedere che faccia ha l’imprenditore. Il
tutto sarà limitato per ora alla sola carne bovina, ma il passo successivo
sarà estenderla alle altre produzioni. Certo, la speranza è
che possa essere presto applicata la legge 204 dell’agosto 2004 sull’etichettatura
obbligatoria dell’origine dei prodotti alimentari che, evidenziando
il legame col territorio, consentirà di valorizzare tutta la carne
‘made in Marche’”. Un obiettivo che va non solo nell’interesse
dei consumatori e delle imprese agricole, ma anche dell’ambiente. “La
maggior parte degli allevamenti zootecnici opera nelle zone montane e svantaggiate,
frenando lo spopolamento e conducendo una costante opera di manutenzione del
territorio – conclude Coldiretti Marche -. Valorizzare le loro produzioni,
e riequilibrare la distribuzione del reddito all’interno della filiera,
aiuterà ad evitare che chiudano i battenti”.
Cronaca e Attualità, 2005-07-11