Sicurezza, comunicazione e fiducia nella filiera agroalimentare
A Roma si è svolto il convegno nazionale

Lo scorso 20 giugno si è tenuto a Roma presso Palazzo Rospigliosi – sede nazionale Coldiretti – il convegno nazionale di presentazione dei risultati del Progetto TRUST. Il progetto, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del quinto programma quadro di ricerca, è nato con lo scopo di comprendere la natura, le determinanti e il processo di diffusione sociale dell’informazione sul rischio alimentare, intervenendo su una serie di obiettivi specifici che sono emersi con chiarezza tanto durante la tavola rotonda, svoltasi in mattinata, che durante la sessione pomeridiana.
Dopo il benvenuto del Prof. Donato Romano, professore ordinario di Economia Agraria presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Firenze, nonché coordinatore generale del progetto, ha preso la parola il dott. Pietro Greco, noto giornalista e moderatore della tavola rotonda. Egli ha sottolineato come il concetto di fiducia all’interno della filiera agroalimentare sia fortemente influenzato dal modo in cui il rischio agroalimentare viene comunicato al consumatore finale, il quale è esposto a un duplice pericolo: sanitario ed ambientale da un lato e intrinseco al cibo stesso dall’altro.
La parola è quindi passata al Prof. Silano, presidente del Comitato Scientifico dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e responsabile del Dipartimento Innovazione del Ministero della Salute, il quale ha criticato il fatto che la comunicazione del rischio in Italia sia affidata a una serie di soggetti (più o meno, ndr) esperti, invece che a precisi organi istituzionali. A ciò sia aggiunge il profondo rinnovamento che da tre anni a questa parte ha interessato il quadro normativo europeo; un rinnovamento che però non è stato in grado di standardizzare anche l’ossatura istituzionale dei singoli Stati membri in materia di comunicazione del rischio.
Questi due fattori hanno perciò generato un notevole caos mediatico, come sottolinea il Dott. Pastore in rappresentanza dell’Istituto Nazionale per la Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), che non aiuta di certo il settore. È impensabile – spiega – che in Italia tutti si possano sentire in diritto di credersi esperti. È necessario invece che si inizi a pensare alla nascita di un Ente che seriamente si prenda la responsabilità delle pubbliche affermazioni che compie.
Parere favorevole anche da parte del Dott. Masiello, vice-presidente Coldiretti, che ponendo l’accento sul rapporto sicurezza-qualità-comunicazione ha ribadito il bisogno e l’interesse da parte del mondo agricolo di confrontarsi apertamente con tutte le dinamiche possibili della sicurezza agroalimentare.
L’esigenza di chiarezza comunicativa è stata anche il filo conduttore dell’intervento del Dott. Marchetti, vice-presidente Federalimentare. e del dott. Cavinato, segretario generale Associazione Consumatori Utenti ONLUS. Il settore agroalimentare italiano costituisce il 12% circa della produzione europea. Non si può tollerare la perdita delle enormi potenzialità che il settore ci offre per colpa di una errata o mal gestita comunicazione del rischio. È necessario recuperare la fiducia del consumatore, vero proprietario del prodotto alimentare. Un recupero che deve poggiare le proprie basi su una rinnovata cultura scientifica che ad oggi manca al nostro Paese.
Il pomeriggio ha visto protagonista il mondo accademico. Quattro preziosi interventi, di carattere più squisitamente tecnico, che hanno visto avvicendarsi gli studiosi delle tre Università italiane aderenti al progetto: Firenze, Gorizia e Trento.
Circa cento le presenze. Pubblico interessato e appassionato che, nonostante il caldo, non ha mancato di esporre i propri dubbi e quesiti agli esperti presenti in sala.

Armando M. Corsi


Cronaca – venerdì 23 giugno 2005, ore 19:50