Valle dell’Aso.
Ascoli P. – Coldiretti: vogliamo gestire il fiume
PIANTE DA FRUTTO DISTRUTTE E TERRENI ALLAGATI DALL’ASO,
IMPRESE AGRICOLE NON PIU’ DISPOSTE A TOLLERARE:
“VOGLIAMO DIRE LA NOSTRA SULLA GESTIONE”
Trecento piante di mele e di pesche spazzate via dal fiume,
terreni allagati o franati a causa dei fossi ostruiti dalla sporcizia. Dopo
aver stilato l’ennesimo bilancio dei danni provocati dall’Aso
con le piogge di dieci giorni fa, le imprese agricole non sono più
disposte a tollerare e chiedono di poter partecipare alla gestione del bacino
idrografico della valle. “Quelli che un tempo erano eventi climatici
eccezionali si vanno ripetendo ormai sempre più spesso – spiega
l’imprenditore Stefano Galli, presidente di zona di Coldiretti Ascoli
e delegato regionale di Giovani Impresa – e serve che chi di dovere
prenda misure adeguate, visto che quelle sinora adottate non sembrano capaci
di frenare la furia del fiume”. La tecnica di drenare la breccia dal
letto dell’Aso e utilizzarla per realizzare gli argini si è rivelata,
infatti, perdente. Nell’ultima occasione, il fiume ha travolto senza
problemi l’argine, “mangiandosi” larghe fette dei terreni
vicini e, con esse, circa trecento piante da frutto. Meglio, secondo alcuni
imprenditori agricoli della zona, sarebbe realizzare un sistemi di “forti”
che rallenti la velocità delle acque. “Chi vive in questa zona
conosce bene l’Aso e potrebbe dunque dare il suo contributo alla gestione
del fiume – continua Galli -, anche in considerazione del fatto che
le esondazioni creano danni non solo alle imprese, ma a tutta la comunità
che vive questo territorio. Basti pensare ai tratti di strada che costeggia
il fiume recentemente franati”. Ma anche la situazione dei fossi preoccupa.
“Le imprese agricole conoscono l’importanza di tenerli puliti,
ma molti sono di proprietà del demanio – spiega il delegato dei
giovani imprenditori della Coldiretti -. Una soluzione è rappresentata
dalla Legge di Orientamento, che permette alle aziende di effettuare tutta
una serie di servizi per la collettività, e ci auguriamo dunque che
le locali amministrazioni sappiano cogliere questa opportunità. Senza
dimenticare che i problemi che viviamo nella Valdaso sono comuni anche ad
altre valli e altri fiumi, tanto che Coldiretti Ascoli ha già avviato
un confronto su queste tematiche. Oltre a ciò, sarebbe proficuo sfruttare
il patrimonio di esperienza costituito dai Consorzi di Bonifica”.
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Cronaca e Attualità, 2005-04-22