Informazione del Territorio
Fabriano – il Corriere Adriatico ha chiuso l’Ufficio di Corrispondenza.

Dal 1 febbraio scorso, dopo ben diciassette anni di attività, la proprietà del quotidiano regionale Corriere Adriatico ha chiuso l’Ufficio di Corrispondenza di Fabriano. Una decisione per molti versi inaspettata visti i buoni risultati raggiunti negli anni dal quotidiano e considerate le molte “voci”che – addirittura- riferivano di una intenzione relativa ad un rafforzamento.

Sorprende, in particolare, che nella sostanza l’unica decisione presa negli ultimi tempi dalla proprietà del giornale abbia riguardato l’ufficio di corrispondenza di Fabriano poiché non risultano iniziative di riduzione di sedi o di organici in altre località.

Il nostro intervento non vuole evidenziare il problema analizzandolo esclusivamente sotto il profilo sindacale a tutela dell’informazione in generale e dei collaboratori giornalisti in particolare. Noi, attraverso questa nota, vogliamo porre all’attenzione il problema molto più vasto e generale dell’informazione nel territorio, convinti come siamo che la “città” cui rapportarsi ed a cui, non a caso, il “Circolo Comprensoriale della Stampa” fa da sempre riferimento è costituita da più comuni che da decenni interagiscono in modo sinergico.

I comuni che costituiscono la “città”sono “almeno”quelli di Fabriano, Sassoferrato, Cerreto d’Esi, Genga, Serra S.Quirico, Matelica che costituiscono un’unica “città” ed a cui dovremmo aggiungerne altri con essi confinanti.

Storicamente questo territorio è sempre stato interdipendente con relazioni che si sono ancor più accentuate a partire dagli anni sessanta/settanta con la forte crescita industriale, soprattutto del fabrianese.

Negli ultimi decenni, poi, sono fortemente cresciute sia la qualità che la quantità dell’informazione locale, informazione prodotta da giornalisti sempre più attenti oltre che amanti del proprio lavoro.

Ma è sempre venuto a mancare il salto definitivo, quello che avrebbe dovuto portare alla realizzazione di redazioni locali, più o meno autonome o, quanto meno, alla creazione di uffici di corrispondenza in ogni caso capaci di rispondere ad una esigenza molto sentita dal cittadino, singolo od associato, che vuole relazionarsi con il media attraverso i suoi rappresentanti.

A nostro modesto parere, grazie anche alla oramai consolidata esperienza, è questa la strada da seguire. Ma per far ciò è necessario aprire una dibattito, supportarlo con dati e previsioni, immaginare il domani come in molti sempre più pressantemente ed autorevolmente stanno facendo.

Il territorio della città inteso con un “unicum” perché unico è il suo tessuto e condivisi sono gli interessi e le aspettative, deve affrontare questo tema ascoltando rappresentanti della politica, delle forze produttive, di quelle sociali, dell’associazionismo, della cultura, dello sport perché è attraverso loro che può crescere la spinta a migliorare e perché sono loro, spesso, i produttori della notizia.

Noi, lo ribadiamo, chiediamo una presa di coscienza, non vogliamo limitarci a dire “no alla chiusura di un ufficio di corrispondenza” perché pensiamo che ciò sia riduttivo e soprattutto incapace di guardare a domani.

Anche per questo ci auguriamo che dai mondi a cui ci stiamo rivolgendo vengano proposte, integrazioni, o qualsiasi altro modo di prefigurare la realtà, affinché l’obiettivo finale, quello della crescita del territorio anche attraverso l’informazione, possa esse raggiunto.

Luciano Gambucci, vice-presidente Ordine Giornalisti Marche
Carlo Cammoranesi, presidente Circolo Stampa Marche Press

Cronaca e Attualità, 2005-02-15