Demanio Marittimo. Ancona - cinque porti marchigiani e una darsena alla Regione
Protocollo d’intesa con il ministero dei Trasporti.
I porti di Gabicce Mare, Fano, Senigallia, Civitanova e Porto San Giorgio,
insieme alla darsena turistica di San Benedetto del Tronto si avviano a passare
sotto l’amministrazione della Regione Marche. Allo Stato resteranno
solo le competenze sui porti di Ancona, Pesaro e sulla gran parte di quello
di San Benedetto (faro, vecchia capitaneria, nucleo sommozzatori, alloggi
e scuola professionale marinara, postazione servizio soccorso). Lo prevede
un protocollo d’intesa tra il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
e la Regione Marche che dovrà essere sottoscritto nei prossimi mesi
per divenire operativo. Intanto la Giunta regionale ha dato il proprio assenso
alla firma, recependo il preliminare, secondo l’indicazione dell’assessore
al Demanio Marittimo, Lidio Rocchi. L’esecutivo ha approvato i contenuti
del protocollo che, tecnicamente, avvalla la revisione del decreto del presidente
del Consiglio dei ministri 21 dicembre 1995.
Le Regioni sono oggi titolari delle funzioni amministrative sul demanio marittimo
con finalità turistiche e sulle aree portuali di rilievo economico
regionale e interregionale. Lo Stato ha invece competenza sulle quelle di
valore nazionale e internazionale.
Attraverso l’intesa approvata dalla Giunta regionale, Regione Marche
e Ministero concordano i nuovi criteri di classificazione dei porti di interesse
nazionale (quelli indicati per legge, quelli nella giurisdizione delle Autorità
portuali, quelli militari, quelli finanziati dallo Stato, quelli che movimentano
un rilevante volume di prodotti petroliferi e di combustibili). Di conseguenza,
le infrastrutture portuali marchigiane che resteranno allo Stato sono le aree
destinate a compiti di difesa e sicurezza (garantita dalle forze armate, dalle
Capitanerie e dai Vigili del fuoco), alla tutela della navigazione, i porti
militari, l’Autorità portale di Ancona, i porti di Pesaro e San
Benedetto del Tronto (con esclusione, per quest’ultimo, della darsena
turistica), in quanto lo Stato sostiene, in entrambi, le spese per le infrastrutture.
Allo Stato andranno anche l’ufficio marittimo e il pontile d’ormeggio
delle vedette della struttura di Porto San Giorgio.
Come conseguenza di questa condivisione del decreto presidenziale, “i
rimanenti porti (marchigiani, compreso Porto San Giorgio, n.d.r.) si intendono
di rilevanza economica regionale o interregionale, ai fini del riparto delle
competenze, sia in materia di gestione del demanio marittimo, che delle opere
pubbliche nei porti”.
Cronaca e Attualità, 2004-12-30