Domenica 30 novembre, alle ore 11,30, presso il Museo Ittico
"A.Capriotti", si svolgerà la cerimonia di inaugurazione
della Sezione dedicata alla collezione del tassidermista ittico forlivese
Franco Ramoscelli ed all'intitolazione del percorso degli Echinodermi
a Sergio Giacoia, tassidermista del Museo stesso.
Una sorte avversa ha voluto che entrambi ci lasciassero prima di veder
compiutamente affermata la loro opera, ma il Consiglio Direttivo del Museo,
sostenuto dall'Amministrazione Comunale che ne è l'attuale proprietaria,
si sono impegnati nel portare a compimento l'iniziativa.
Franco, nato a Imola nel 1932, fin da giovane lavorò nel settore
ittico a favore di alcuni grossisti dimostrando la sua manualità
e velocità nel trattamento e nella preparazione del pesce. Per
20 anni gestì un banco vendita nel Mercato coperto di Ravenna fino
a quando nel 1993 si ritirò dal commercio e si stabilì a
Forlì per dedicarsi completamente alla sua passione: l'imbalsamazione
di soggetti ittici e crostacei che acquistava presso i suoi amici grossisti.
Le delusioni furono tante , ma la caparbietà con la quale si dedicava
all'imbalsamazione, dopo il fallimento di un imbalsamatore locale di animali
al quale aveva commissionato il trattamento di un crostaceo, lo portò
a risultati incoraggianti. Più volte sperimentò l'imbalsamazione
di alcuni pesci fino a quando non riuscì a raggiungere il risultato
desiderato e più vicino alle sembianze naturali. Una particolare
attenzione fu prestata anche a favore della grandezza e del colore degli
occhi che, opportunamente dipinti e sfumati si accostavano perfettamente
alla realtà.
Ore ed ore di lavoro potevano sembrare come un passatempo, ma più
spesso erano una sfida con sé stesso, con le sue capacità
e potenzialità. Per lui nessuno era in grado di imbalsamare così
bene i crostacei, ma soprattutto i pesci. Definiva la sua tecnica come
un'arte cresciuta negli anni attraverso gli errori e l'esperienza acquisita.
Poi nel 1999 venne a conoscenza dell'esistenza di un Museo Ittico a S.
Benedetto del Tronto e stentò a crederci; ma, nonostante la sua
precaria condizione di salute, volle recarsi personalmente a visitare
la mostra. Rimase soddisfatto per le collezioni così ricche di
pezzi accuratamente esposti, ciascuno con l'indicazione del nome scientifico
e del nome comune. Entrò facilmente in confidenza con Sergio Giacoia
il tassidermista del Museo, con l'allora Presidente Albano Bugari e, quando
il Museo fu trasferito nell'attuale sede tornò per portare il suo
contributo di pesci imbalsamati, esternando l' intenzione di donare l'intera
collezione, cosa che decise nel settembre e realizzò nel 2002.
Sergio si accostò al Museo nel 1969 quando aderì alla Società
Pescasportiva "G.Poloni" in qualità di pescatore garista
sia di acque dolci che marittime. A quell'epoca la collezione di soggetti
ittici andava sviluppandosi dando origine in seguito al Museo Ittico.
Nel 1994 prese il posto dello scomparso custode-cicerone Benito Curzi
e si dedicò interamente alla custodia delle sale, agli acquari,
dimostrando particolare interesse all'imbalsamazione, tecnica che Albano
Bugari gli trasmise volentieri.
L'allievo superò il maestro in breve tempo, fino a diplomarsi tassidermista
con un esame pratico sostenuto in Provincia. Da allora lavorò per
il Museo principalmente, ma anche per diversi musei di scienze naturali
del Nord, per il CNR, per molti appassionati. La conoscenza con Franco
Ramoscelli lo portò a scambiarsi idee, tecniche, strategie di lavoro,
ma soprattutto amicizia e stima reciproca.
Oggi le loro opere convivono a San Benedetto del Tronto sotto lo stesso
tetto per il vanto dei singoli e delle loro famiglie che li hanno sostenuti,
ma soprattutto in onore della cittadinanza e della marineria locale principale
fornitrice della materia prima da trattare.
2003-11-27
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