Sostegno alla Pesca e all’Acquacoltura.
Ancona - convegno internazionale alla fiera.
Assessore Agostini: “Valorizzare il lavoro delle Regioni”
Presidente D’Ambrosio: “Leale collaborazione tra istituzioni”
Sottosegretario Scarpa: “Fondi Ue insufficienti”
La Regione Marche chiede all’Unione europea di investire
sul miglioramento dei pescherecci, sulla qualità del pescato, sulla
tutela del consumatore, sulla riduzione dell’impatto ambientale della
pesca. È quanto ha anticipato, oggi, l’assessore regionale, Luciano
Agostini, nel corso del convegno internazionale: “2007-2013 prospettive
di sostegno alla pesca e all’acquacoltura”, in corso di svolgimento
presso la Fiera di Ancona. Un appuntamento dedicato alla riforma dello Sfop
– lo strumento finanziario di settore dell’Unione europea –
che si concretizzerà nel 2007 con la creazione del Fep (Fondo europeo
per la pesca).
“Quella marchigiana, insieme alla siciliana e alla pugliese –
ha ricordato Agostini – è la terza marineria per importanza nazionale.
Nel solo Mediterraneo si registrano 100 mila imbarcazioni di pesca, 400 mila
addetti, 1,5 milioni di tonnellate di pescato. L’Italia, con i suoi
18 mila pescherecci e gli oltre 50 mila addetti, gioca un ruolo importante
nel contesto europeo e deve favorire una riforma che promuova lo sviluppo
del settore. Oggi il comparto è in gran parte dominato dalla normativa
comunitaria, i cui principi guidano le strategie regionali. Giudichiamo, perciò,
positivamente la propensione della Ue a riconoscere un ruolo propulsivo alle
autorità regionali e locali, anche nel settore della pesca”.
Attraverso lo Sfop, ha riepilogato l’assessore, la Regione ha sostenuto
le marinerie marchigiane finanziando di oltre 150 progetti. Il passaggio successivo
da fare, per il rilancio del settore, è quello dell’introduzione
dei distretti di pesca: “I pescatori definiscono le strategie di gestione,
in una logica di sostenibilità e di tutela delle risorse. L’esperienza
maturata nei consorzi di gestione delle vongole si è rivelata positiva”,
e può servire da esempio: “Dopo nove anni di esperienza, non
esenti da conflitti, la risorsa e i prezzi hanno subito consistenti miglioramenti”.
“Una vocazione peschereccia spiccata – ha sostenuto il presidente
della Regione, Vito D’Ambrosio – consente alle Marche di mantenere
una posizione significativa anche nell’ambito degli scenari disegnati
dallo sviluppo del nuovo Fep. L’Europa è cresciuta notevolmente
in questi anni. Si pone, allora, l’esigenza di ripensare le strategie
complessive, tenendo conto che le risorse economiche non sono illimitate,
ma vanno divise tra più Stati. Occorre, perciò, fare sistema
anche nel settore agroalimentare, perché oggi si confrontano i sistemi
paesi e non più i singoli comparti. Solo una leale collaborazione tra
le istituzioni, tra Stato e Regioni, consentirà, in futuro, di utilizzare
i fondi europei disponibili”.
“Attraverso il nuovo fondo per la pesca – ha spiegato il sottosegretario
Paolo Scarpa – la Commissione punta giustamente a una semplificazione
amministrativa, ma, sotto il profilo finanziario, l’aumento delle risorse
è solo nominale. La dotazione prevista per il 2007-2013 è superiore
del 24% a quella stanziata per lo Sfop sino al 2006. Ma l’aumento sarà
interamente destinato ai nuovi Stati membri. Per le nostre Regioni dell’Obiettivo
1, si prevede una riduzione dei trasferimenti. Con il nuovo fondo si vorrebbe
ridurre del 15% la capacità totale della flotta comunitaria. Per alcuni
pescati si propone una contrazione delle catture sino al 60%. Abbiamo l’occasione
(con l’insediamento della nuova Commissione, dal 1 novembre, N.d.R.)
di ribaltare questa impostazione: Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Polonia,
Malta, Cipro, condividono la posizione italiana”. Dopo l’intesa
con la Croazia sulla zona di protezione ittica (“che ha favorito i pescatori
dell’Adriatico, marchigiani inclusi”), il sottosegretario ha anche
anticipato che “è in vista di conclusione un accordo di pesca
con la Libia: il primo accordo comunitario nel Mar Mediterraneo”.
Cronaca e Attualità, 2004-10-22