Le Marche nella Competizione Globale. Ancona - seminario promosso dai Cavalieri del Lavoro.


L’intervento del Presidente della Giunta al seminario sulla competizione globale promosso dai Cavalieri del Lavoro.
D’AMBROSIO: FAVORIRE L’INNOVAZIONE E L’APERTURA DELLE IMPRESE AL MERCATO INTERNAZIONALE.
“Non possiamo più essere semplici fornitori di risorse del mondo produttivo, ma dobbiamo favorire i processi di innovazione e di internazionalizzazione delle piccole delle piccolissime imprese e il loro rapporto con gli istituti di credito; fronteggiare le nuove sfide dei mercati internazionali, richiede, tuttavia, una visione chiara di politica industriale a livello nazionale, che finora non c’è stata”. Lo ha affermato Vito D’Ambrosio, presidente della Giunta regionale, intervenendo all’incontro di approfondimento sul tema “Le Marche nella competizione globale”, promosso ad Ancona dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro.
Secondo D’Ambrosio, “occorre anche esercitare una forte pressione sull’Unione Europea, perché diventi obbligatoria l’indicazione della provenienza del prodotto; altrimenti, ha ammonito, a partire dal 2 gennaio 2005, saremo esposti ad una competizione insostenibile da parte della Cina in settori importanti dell’economia, come il tessile, l’abbigliamento, le calzature, nei quali le Marche vantano una tradizione riconosciuta”.
Non interessa più tanto bloccare l’importazione di prodotti cinesi, indiani, rumeni o della repubblica ceca: “Sarebbe sciocco impostare una guerra di dazi; dobbiamo, invece, mantenere una peculiarità – ha precisato il presidente - che consenta al consumatore di scegliere consapevolmente, sapendo che se acquista un prodotto made in China sceglie un prodotto di basso costo e di basso livello, se,invece, compra un prodotto made in Italy o made in Marche sceglie un prodotto di alto livello e di elevata qualità”.
D’Ambrosio si è anche soffermato sulla necessità di far crescere ulteriormente il sistema del parteneriato con i paesi in via di sviluppo in modo da agganciare nuovi mercati e trasferirvi il know out delle imprese marchigiane. “Se, ad esempio, i paesi della ex Jugoslavia e dell’Albania, con cui abbiamo già avviato stretti rapporti di collaborazione, riusciranno ad aumentare la loro capacità di sviluppo, inevitabilmente finiranno – ha spiegato - col diventare anche dei mercati interessanti per la nostra produzione”
Il presidente ha poi esortato gli imprenditori a non chiudersi rassegnati in quella che ha definito la sindrome da “fortezza assediata”:“Più saremo capaci di diventare soggetti attivi della competizione globale, più riusciremo a non subire le logiche del mercato”. Ma attuare una strategia di questo tipo in un sistema economico come quello marchigiano costituito da piccole piccolissime imprese, significa anche – ha concluso- negoziare, tutti insieme, le condizioni del credito.


Cronaca e Attualità, 2004-10-15