Conero Riserva Docg.
Ancona – 200mila bottiglie al primo appuntamento col mercato.
200MILA BOTTIGLIE PER IL “CONERO RISERVA DOCG”
UN’OCCASIONE DI SVILUPPO PER TUTTO IL TERRITORIO.
Una dote di duecentomila bottiglie per presentarsi al primo appuntamento
col mercato. In attesa dell’ufficializzazione burocratica della Denominazione
di origine controllata e garantita, il Conero Riserva Docg continua a lavorare
in vista del dicembre 2006. Per questa data verrà messa in vendita
la prima produzione, e l’obiettivo è di far crescere l’attesa
per un vino che punta a sfondare sul mercato nazionale e internazionale.
I numeri del “vecchio” Rosso Conero Doc parlano di una superficie
vitata di 380 ettari, per una produzione di circa 27mila ettolitri. Di questi,
4.500 hl sono di Rosso Conero Riserva Doc, la denominazione che di fatto lascerà
ora il posto alla Docg. Secondo le stime delle imprese vitivinicole, la prima
produzione di Conero Riserva dovrebbe ruotare intorno alle 200mila bottiglie,
ma non si esclude di raggiungere quota 300mila.
“Quello del dicembre 2006 è un appuntamento importante, al quale
dovremo arrivare preparati – spiega Alessandro Moroder, imprenditore
ed ex presidente del Consorzio di Tutela del Rosso Conero -. Serve, infatti,
un’adeguata opera di promozione dell’immagine del nuovo prodotto,
che veda impegnati in primis gli enti locali”.
Ma puntare i riflettori sulla nuova Docg avrà un effetto di traino
anche per il “vecchio” Rosso Conero o rischia piuttosto di farlo
passare in secondo piano? “A mio giudizio la Doc non avrà che
vantaggi se il nuovo prodotto riuscirà a ‘sfondare’ –
risponde Moroder -. Basta guardare al caso del Brunello e del Rosso di Montalcino,
dove quest’ultimo ha beneficiato in maniera consistente del comune riferimento
geografico, acquisendo anche una certa notorietà. Eppure, se mi si
permette, il nostro Conero è molto più buono”. “Il
Rosso Conero è già abbastanza conosciuto, quindi non credo che
avrà a patire dell’arrivo della Docg – aggiunge Catia Spinsanti,
imprenditrice vitivinicola di Camerano -. Solo, mettiamoci in mente che non
basta una denominazione per fare la qualità del vino”. “L’impressione
è che le etichetta aumenteranno, in quanti saranno in molti a scegliere
la via della Docg – conclude Silvano Strologo, dell’omonima azienda
agricola di Camerano -, ma ciò rappresenterà una novità
positiva per l’intero territorio”. Sulla nuova Docg va registrato
anche il commento del presidente di Coldiretti Ancona, Maurizio Monnati il
quale sottolinea che “le nostre imprese avranno un’arma in più
per affrontare le sfide del mercato, proponendo non un semplice vino, bensì
un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle
sue ricchezze, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali”.
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Cronaca, 2004-07-08