Ricostruzione del dopo Terremoto. Ancona - la Giunta regionale replica alla richiesta dell’opposizione.
LA PROPOSTA DI UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLA RICOSTRUZIONE E’
IMMOTIVATA.
La richiesta avanzata dai consiglieri di opposizione di istituire una commissione
d’inchiesta sull’attività di ricostruzione del dopo terremoto
trova il governo regionale nettamente contrario. La proposta della Casa delle
Libertà non ha serie motivazioni ed è improntata unicamente
alla strumentalità politica e alla necessità di spostare l’attenzione
dell’opinione pubblica dalle sue grandi difficoltà. Il governo
regionale riconferma, al contempo, la più ampia disponibilità
a collaborare con le Commissioni consiliari competenti per chiarire ogni aspetto
dell’attività di ricostruzione improntata, fin dal suo inizio,
alla trasparenza, alla partecipazione di tutti i soggetti coinvolti, alla
efficacia e alla celerità. La Regione, nell’esercizio dei suoi
poteri di vigilanza e controllo, ha denunciato alla Magistratura i limitati
casi e fatti sospetti su cui indagare. La correttezza della ricostruzione
è stata riconosciuta, in più occasioni, da molti degli stessi
consiglieri regionali di opposizione, che si sono dichiarati orgogliosi di
essere marchigiani per i positivi risultati raggiunti, apprezzati a livello
nazionale e non solo. Le domande di istituzione di commissioni d’inchiesta,
la cui valutazione compete all’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale,
non possono essere generiche ed astratte, ma motivate e centrate su fatti
e provvedimenti specifici. I problemi veri della ricostruzione sono altri
e sono legati, in primo luogo, all’esigenza di garantire finanziamenti
costanti alla complessa macchina che gestisce l’intera attività.
L’attuale Governo nazionale, nella sua longevità, è riuscito
a concedere alle Marche solo 345 milioni di euro per la ricostruzione, mentre
2379 sono stati concessi da Stato e UE negli anni precedenti. E, purtroppo,
nelle ultime due Finanziarie sono stati assegnati soltanto 54 milioni di euro
con decorrenza 2005. Insomma, se i finanziamenti non arrivano la ricostruzione
non può certamente marciare agli stessi ritmi che ha tenuto fino ad
ora: soprattutto se mancano ancora 1649 milioni di euro .Dei fondi avuti,
la Regione ha già concesso per lavori realizzati o in corso di realizzazione
2332 milioni di euro mentre ne sono stati accantonati , sulla base dell’intesa
istituzionale, circa 67 per la realizzazione delle grandi infrastrutture.
Dallo Stato si attende ancora una risposta definitiva sulla restituzione degli
oneri contributivi che è stata condonata nelle altre zone del Paese
che hanno subito analoghe calamità. Non possono esserci due pesi e
due misure!
L’intero territorio marchigiano è stato dichiarato danneggiato
con ordinanza del Ministero dell’Interno. In qualsiasi comune sia stato
segnalato un danno, sono stati effettuati sopralluoghi. E le risorse sono
state ripartite in modo correlato all’entità del danno accertato.
Per quanto riguarda i criteri e le modalità di ripartizione dei finanziamenti,
sono stati tutti concordati tra Regione e Comuni più colpiti, attraverso
la Commissione ANCI –Terremoto appositamente costituita e presieduta
dal sindaco di Cingoli. I Comuni non hanno mai lamentato irregolarità
o discriminazioni ed invece hanno espresso apprezzamento per il lavoro della
Regione. Come pure apprezzamenti espliciti sono venuti dal dottor Bertolaso
, direttore nazionale della Protezione civile, che ha citato le Marche come
esempio di un modello di ricostruzione per un’ estensione del danno
che non ha avuto uguali in Italia. La Regione Marche invia ogni sei mesi una
relazione al Parlamento sullo stato di attuazione degli interventi e sull’utilizzo
delle risorse e mai sono stati espressi rilievi dallo Stato. La stessa Corte
dei Conti ha verificato atti e provvedimenti senza muovere alcun rilievo,
ma esprimendo invece giudizi e apprezzamenti positivi.
Cronaca, 2004-07-08