CASINO’
IN AUSTRIA ACCORDO TRA CHIESA E CASINO’
BASTA CON IPOCRISIE E CAMPAGNE MORALISTICHE
di Giorgio Fiori*

Periodicamente, i soliti contrari al progetto casinò ripetono le usuali litanie delle mostruosità che le case da gioco portano seco. Anche se ormai questi luoghi comuni non meriterebbero alcuna replica, nel momento in cui si cerca di mistificare la realtà, allora le precisazioni si impongono! Secondo la sig.ra Logiacco del fronte dei no, il casinò di Venezia ha chiuso il bilancio del 1° semestre in perdita tanto da far dedurre alla stessa che i casinò, oltre che luoghi di perdizione, sono anche antieconomici. Ma il dato negativo si riferisce forse alla sola gestione per le perdite procurate dalla nuova dependance dell’’isola di Malta, che non ha nulla a che vedere con gli introiti (+ 7.602.975 Euro rispetto al 1° semestre 2002) e le presenze (+ 14:981 rispetto allo stesso periodo del 2002) che sono i dati che veramente contano. Va altresì evidenziato che il casinò di Saint Vincent e Campione D’Italia, al contrario, hanno avuto nel 1° semestre 2003 rispetto a quello del 2002, un minimo decremento di introiti ed anche queste risultanze pur restando oltremodo positive in termini assoluti, erano annunciati perché Saint Vincent è gestito direttamente dall’Ente Regione, con l’appiattimento tipico della gestione pubblica, Campione ha risentito della forte concorrenza della vicina Svizzera dove nel 2002 sono stati inaugurati 12 case da gioco. A Sanremo (che è poi più paragonabile a San Benedetto) tutto va benissimo tanto che nel 1° semestre 2003, rispetto allo stesso periodo 2002, si è registrato un +9,91 % di introiti ed un + 1,01% di presenze, con garanzia di lavoro per ben 515 addetti. Ma questo ovviamente agli esponenti del Comitato per il No non conviene dirlo cosi come agli stessi è convenuto tacere per anni nonostante il progetto casinò fosse nato nel 1966, durante l’amministrazione Perazzoli che ha definito l’adesione all’Anit, ha tentato la costituzione del Comitato Cittadino ed addirittura presentato ricorso al Tar (1999) per la mancata concessione della licenza. Il dubbio che dietro a tanto attivismo ci sia solo una strategia politica è più che legittimo! I reiterati appelli rivolti poi ai vescovi ed ai parroci “puzzano” tanto di ipocrita strumentalizzazione, in cui gli esponenti della chiesa non possono e non devono cadere. La chiesa Cattolica non ha certo scomunicato gli abitanti delle città sede di casinò ed in altre analoghe situazioni ha avuto un approccio ben diverso. In Austria ad esempio la società “Casinos Austria” che gestisce le 12 case da gioco di quel Paese ed alcune altre a Las Vegas, distrae per statuto una percentuale degli utili in favore della Chiesa che viene da questa utilizzata per opere umanitarie, nell’interesse più generale.


DATI UFFICIALI CASE DA GIOCO ITALIANE, 1° SEMESTRE 2003

(FONTE ANIT)

CASINO’
INTROITO LORDO
IN MILIONI DI EURO
1° SEM. 2003

DIFFERENZA
IN MILIONI DI EURO
1° SEM. 2002

DIFF.ZA
2002 %


PRESENZE
1° SEM. 2003

DIFF. PRESENZE
1° SEM. 2002
DIFF. 2002 %
DIPENDENTI AL 30 GIUGNO 2003
VENEZIA
106.305.732
+ 7.602.975
+ 7,15 %
578.039
+ 14.981
+ 2,59
970
SAINT VINCENT
79.505.801
- 5.532.029
- 6,95 %
402.517
- 38.359
- 9,52
940
CAM PIONE
D’ITALIA
69.716.882
- 2.077.393
- 2,97 %
109.402
- 47.969
- 43,84
520
SANREMO
58.883.566
+ 5.835.482
+ 9,91 %
158.910
+ 1.608
+1,01
515
TOTALE
309.411.981
+ 5.829.035
+ 1,88 %
1.248.868
- 69.739
- 5,58
2945

In merito infine alle esternazioni singolari del sindaco di Montalto Raffaele Tassotti va stigmatizzato che lo stesso forse non si è ancora accorto che il gioco d’azzardo era si vietato negli statuti storici, ma è tuttora vietato dagli artt. 718 e 722 del Codice Penale Italiano, anche se si tollerano 4 case da gioco ufficiali e le bische clandestine proliferano, in ogni dove, forse anche a Montalto. Ed è proprio per questa assurda situazione che a breve, come imposto da due sentenze della Corte Costituzionale, verrà emanata una legge per regolamentare il gioco così come lo è in tutti i Paesi civile e d’Europa che verosimilmente potrà chiamarsi anche con il brutto appellativo di “Parco dei Divertimenti” ma dove comunque nessun Lucignolo verrà trasformato in asino. I veri asini, semmai, saranno quelli che, quando accadrà, si lasceranno sfuggire una tale preziosa opportunità economica, promozionale ed occupazionale che il Casinò può rappresentare per Sanbenedetto e l’intera provincia picena.


*Coordinatore Comitato Cittadino Casinò, San Benedetto Tr. 2003-10-22