PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL MARECCHIA. Ancona – l’autorità di bacino adotta il piano.


L’Autorità di Bacino Interregionale dei Fiumi Marecchia e Conca ha adottato il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), previsto dalla legge nazionale sulla difesa del suolo, che nel territorio delle Marche interessa circa 20 comuni della provincia di Pesaro. Il Piano individua le aree a pericolosità idraulica e per frana, definisce gli interventi necessari a ridurre i rischi conseguenti e stabilisce le norme di comportamento sulle aree in dissesto. All’adozione seguirà ora la trasmissione al Consiglio regionale, chiamato ad esaminare il Piano per la definitiva approvazione integrando il PAI dei bacini regionali, approvato e vigente dal gennaio di quest’anno.
Alla riunione ha partecipato il presidente della Commissione Territorio del Consiglio Regionale, Roberto Tontini, che nel sottolineare l’importanza di completare progressivamente il quadro della pianificazione di bacino ha richiamato l’esigenza, emersa a gennaio in Consiglio, di evitare eccessive difformità delle normative proposte dalle diverse Autorità di Bacino comprese nelle Marche.
Il presidente Tontini, delegato a partecipare alla riunione dal presidente D’Ambrosio, ha inoltre posto l’attenzione sull’opportunità che strumenti generali di questo tipo consentano margini di flessibilità applicativa rispetto alla fragilità propria delle Marche e in particolare della Val Marecchia, in modo da non condizionare in eccesso le prospettive di sviluppo delle comunità locali. Pertanto si è riservata la possibilità di approfondire alcuni aspetti marginali delle norme ed eventualmente chiederne in sede di approvazione la modifica, sentiti gli enti locali e nel rispetto dei principi generali del Piano, trovando su questo punto l’assenso del Presidente dell’Autorità di Bacino del Marecchia, l’assessore regionale dell’Emilia-Romagna Bruschini.
Con l’atto di adozione del PAI è stata peraltro stabilita la contestuale decadenza della precedente normativa di emergenza, vigente dal 2000 dopo gli eventi di Sarno, che lascia quindi il posto ad una regolamentazione più consona alle esigenze delle popolazioni e delle amministrazioni locali.
Cronaca, 2004-04-01