D’Ambrosio incontra il ministro della Sassonia-Anhalt, Michael Schneider. Ancona – accordo sulla nuova politica regionale dell’UE.


Tra il presidente della Regione Marche, Vito D’Ambrosio, e il ministro del Land tedesco Sassonia-Anhalt, Michael Schneider, si è registrato un sostanziale accordo sul ”Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale” presentato dalla Commissione europea, in particolare sulle conclusioni del documento che pongono le premesse per la nuova politica regionale dell’Unione europea.
L’intesa è emersa nel corso del preannunciato incontro che si è svolto ad Ancona presso la sede regionale di Palazzo Raffaello e che ha permesso sia a D’Ambrosio che a Schneider, entrambi relatori del Comitato delle Regioni d’Europa sul terzo rapporto, di concordare le linee del parere che l’Organismo delle Autonomie europee di Bruxelles si appresta a esprimere alla Commissione europea.
Il rapporto – ha sottolineato D’Ambrosio – fornisce l’occasione per dare maggiore concreto rilievo al ruolo delle Regioni e allo stesso principio di sussidiarietà sancito dal Trattato di Maastricht del 1992, non sempre coniugato e attuato come meriterebbe. Sarebbe molto utile anche una riflessione sulla politica agricola con l’obiettivo di liberare risorse da impegnare a favore delle misure di coesione.
Schneider si è detto soddisfatto del Terzo rapporto, che riscuote un ampio consenso e registra delle divergenze solo su alcuni dettagli. La Commissione europea – ha aggiunto – ha ascoltato le opinioni e i suggerimenti forniti dal Comitato delle Regioni.
Il ministro della Sassonia ha poi illustrato le caratteristiche delle regioni della Germania, ponendo in rilievo i territori che rientrano negli Obiettivi 1 e 2 e quelli che ne risultano esclusi. Ha inoltre affermato che i Presidenti delle Regioni tedesche hanno espresso apprezzamento sul Terzo rapporto.
Lo schema di parere accoglie positivamente lo spostamento della convergenza della politica di coesione europea verso gli Stati Membri nuovi, confermando l’impegno della UE a ridurre le disparità socio-economiche dell’Europa allargata. Ad un aumento di circa il 20% della popolazione della nuova Europa a 25 Paesi corrisponde un aumento del PIL di solo il 5%. Il PIL medio pro capite diminuirà del 12,5%. Più di 123 milioni di cittadini europei su un totale di 454 abiteranno in regioni meno sviluppate rispetto alla media.
In merito al sostegno della crescita e la creazione di posti di lavoro si valuta positivamente la proposta che il nuovo Obiettivo Convergenza includa le Regioni con PIL pro capite inferiore al 75% della media dell’UE nonché quelle colpite dal cosiddetto effetto statistico. Una valutazione positiva riguarda anche la proposta di mantenere in gran parte gli attuali regolamenti per gli Obiettivi 1 e di applicarli in tutta l’Unione allargata. Viene inoltre condivisa la scelta della Commissione di ricercare una soluzione per le Regioni (sono 17 per un totale di 19 milioni di abitanti) che, per la diminuzione del Pil pro capite a seguito dell’allargamento, vengono automaticamente escluse per un semplice effetto statistico dalle agevolazioni dell’Obiettivo 1.
Apprezzamento viene espresso per la creazione di uno specifico obiettivo che riguarda la cooperazione transnazionale, transfrontaliera e interregionale.
Il documento ribadisce che la politica di coesione deve essere considerata una politica orizzontale verso la quale tutte le altre misure settoriali devono convergere.
La parte finale del parere pone l’accento sull’esigenza di una maggiore semplificazione nella gestione dei fondi.
Cronaca, 2004-03-30