Care compagne e cari compagni, care amiche e cari amici,
purtroppo non posso partecipare al vostro incontro perché impegnato
a Perticara, al museo minerario, nella commemorazione dei nostri minatori
caduti a Marcinelle nel 1956.
La coincidenza è carica di significati: mentre voi presenterete
ai marchigiani la lista “uniti nell’ulivo per l’Europa”,
io consegnerò ai familiari dei 12 marchigiani caduti in quella
tragedia le medaglie di maestro del lavoro alla memoria.
E’ la memoria del contributo dei nostri concittadini, dei nostri
emigranti, a quella prima struttura della nascente comunità europea.
Si chiamava CECA, comunità europea carbone e acciaio, e l’Italia
partecipava allo sviluppo dell’economia del continente offrendo
la sua forza lavoro, le braccia dei suoi emigranti, in cambio del carbone
che veniva dal Belgio.
I nostri concittadini erano trattati come tutti sapete, non c’è
bisogno di fare altra retorica, ma proprio a partire da questa memoria
che non si cancella la Regione Marche, nei giorni scorsi, ha approvato
in Consiglio un ordine del giorno per dire NO alla realizzazione sul
suo territorio di un centro di permanenza temporanea, uno di quei campi
di concentramento per extracomunitari irregolari, inutile cercare altri
nomi, tristemente famosi nel nostro paese.
Sono certo che il tema di una politica europea di integrazione dei cittadini
non comunitari, che danno un contributo insostituibile al funzionamento
del nostro sistema produttivo, sarà al centro del programma della
lista unitaria.
Questa manifestazione si tiene all’indomani dello sciopero generale
indetto dai sindacati, sciopero unitario, contro la politica economica
del governo. Una giornata di sciopero pienamente riuscita, una ennesima
dimostrazione della vitalità dei lavoratori di questo paese.
Abbiamo di fronte a noi una grave crisi economica, che non è
solo italiana, ma che negli altri paesi europei ha effetti meno pesanti
e soprattutto che gli altri governi europei sanno affrontare, con consapevolezza
e determinazione, assai meglio di quanto faccia il nostro governo. Il
quale ha prima tentato di negare l’esistenza stessa della crisi,
e oggi, ecco il pericoloso cavallo di battaglia della campagna elettorale
del Polo, cerca di scaricare le colpe sull’Euro e su Prodi che
si batté per la moneta unica. Un governo dunque inadeguato, euroscettico,
che anche da questo punto di vista rappresenta un freno alla ripresa
del paese.
Le ragioni dell’unità delle forze del centrosinistra, come
ci ha indicato lo sciopero di ieri, sono dunque molteplici, e la nostra
lista unitaria è un importante contributo in questa direzione.
E lo sarà tanto più quanto più riuscirà
ad essere un soggetto politico non occasionale, inclusivo ed accogliente
per le tante sensibilità di governo presenti nel centrosinistra,
per tutte quelle forze, cioè, con cui condividiamo responsabilità
di guida di comuni province e regioni e che hanno saputo garantire,
pur in questi anni di dissennati tagli ai trasferimenti operati dal
governo del Polo, i servizi essenziali alle nostre comunità.
Non dobbiamo mettere in secondo piano il fatto che assieme all’Europa,
in gran parte dei comuni italiani, e delle Marche, si voterà
per le amministrative, per rinnovare la guida delle nostre città.
La lista unitaria deve aiutare, non ostacolare la realizzazione delle
più forti alleanze possibili per la conferma e la conquista del
governo degli enti locali.
Dopo l’aggressione subita da Piero Fassino sabato scorso, gli
ho inviato un messaggio di piena e incondizionata solidarietà,
aggiungendo che questo esecrabile episodio non offuscava la grande riuscita
della mobilitazione dei pacifisti italiani. Ho molto apprezzato le parole
dell’on. Fassino nei giorni successivi, nelle quali il successo
della manifestazione veniva rimesso al centro dell’attenzione.
Il movimento pacifista non può non essere il nostro interlocutore,
e la posizione difficile e sofferta della lista unitaria nel voto in
Parlamento, posizione che condivido, non deve essere fraintesa. Nella
campagna elettorale della lista unitaria deve trovare spazio, così
come avverrà per le altre forze di progresso in Europa, il tema
del no alla guerra e no al terrorismo, e la richiesta pressante alle
diplomazie dei nostri paesi perché si rilanci il ruolo dell’ONU.
Care compagne e cari compagni, care amiche e cari amici,
la scadenza elettorale del 13 giugno rappresenta per noi un banco di
prova decisivo.
Dovremo saper dire ai nostri concittadini che solo una maggiore e non
minore integrazione europea ci consentirà di superare la crisi,
dovremo saper dimostrare che è necessario e urgente un altro
modo di governare il paese, le città, le nostre comunità.
E infine dovremo suggerire, sostenendo le ragioni della pace contro
quelle della guerra preventiva, che un altro mondo è possibile.
Con queste motivazioni io ribadisco la mia convinta adesione, fin dall’origine,
alla lista unitaria.
Ancona, 27 marzo 2004
Vito D’Ambrosio