INRCA. Ancona – Melappioni replica a Viventi sul futuro dell’Inrca


“La Regione è fortemente impegnata a definire al più presto la situazione dell’INRCA di Ancona, al fine di mantenere la struttura come istituto di ricovero a carattere scientifico, autonomo senza nessun accorpamento con gli Ospedali Riuniti di Ancona. Questo ho sempre ribadito, anche nei giorni scorsi.
Non comprendo, quindi, quali sollecitazioni intenda fare il consigliere Viventi, dal momento che la Regione sta già seguendo con solerzia il complesso percorso necessario per il riconoscimento così come previsto dal decreto legislativo dello scorso ottobre sul riordino degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.
Per dare al consigliere Viventi quegli strumenti di conoscenza che stranamente sembra non avere sottolineo che, in sede di Conferenza Stato-Regioni, un gruppo ristretto sta lavorando per definire l’accordo relativo alla forma organizzativa dell’istituto (organi, strutture, ecc.). L’intesa è ormai in dirittura d’arrivo.
Sulla base delle norme sul riordino degli istituti, la Regione Marche ha fin da gennaio chiesto alle Regioni sul cui territorio operano strutture dell’INRCA (Toscana, Sardegna, Lazio, Lombardia, Calabria) le relative dichiarazioni di compatibilità dei servizi dell’istituto con la rispettiva programmazione sanitaria regionale. Non appena saranno pervenuti tutti i pareri - l’unico giunto, finora, è quello della Toscana - la Regione Marche potrà esprimere una compiuta valutazione e chiedere il riconoscimento definitivo.
L’INRCA deve restare un istituto a carattere scientifico, senza essere trasformato in fondazione, per meglio rispondere alla impostazione di tipo pubblico.
La sanità, infatti, è e deve restare servizio pubblico. Ciò non esclude che i privati possano avere comunque un ruolo nei servizi socio sanitari. L’importante, in quel caso, è che siano rispettate qualità, appropriatezza e regole contrattuali.”


Cronaca, 2004-03-17