Il responsabile dell’Informazione della Federazione Ds, Stefano
Greco, a proposito della crisi industriale del territorio ci propone una
equazione decisamente singolare. La recessione industriale del Piceno
non è imputabile alla Regione (ovviamente al centrosinistra) e
tantomeno alla Provincia (ovviamente di centrosinistra) ma, udite, udite
al Cavaliere. Tra le tante colpe che la sinistra ha rovesciato e sta rovesciando
su Silvio Berlusconi mancava decisamente la responsabilità della
crisi industriale nel territorio piceno perché il governo (quello
nazionale, ovviamente di centrodestra) ha operato scelte distruttive,
anzi secondo Greco, non avrebbe operato alcunché perché
in totale assenza di una politica economica. E questo non intervento sarebbe
stato un acceleratore della situazione economica internazionale con effetti
devastanti sul sistema economico piceno, in particolare. Mi rendo conto
che a questo punto è perfettamente inutile ricordare all’esponente
diessino che la sinistra ha gestito il delicatissimo settore del lavoro
a livello provinciale, negli ultimi dieci anni, con esponenti prima di
Rifondazione Comunista e poi del Partito dei Comunisti. E a meno che non
si voglia rivedere la storia economica dell’ultimo decennio (ma
il revisionismo è una prerogativa della sinistra) la crisi del
sistema economico Piceno non va di pari passo con il governo Berlusconi
ma ha origini ben più profonde che risalgono anche al governo Prodi
(centrosinistra) e alle mancate scelte del governo regionale guidato dal
centrosinistra. Sostenere quindi che le politiche occupazionali a livello
provinciale siano state curate dal centrosinistra è un dato di
fatto, storico come è un dato di fatto, storico, che sullo scenario
internazionale, nella globalizzazione dei mercati, l’Italia stia
pagando scelte di politica economica e del lavoro che sono il frutto di
retaggi politici di sinistra e di centrosinistra. Sulle priorità
poi. Il refrain che Berlusconi abbia posto al centro delle priorità
del suo governo il tema giustizia, sta scadendo ormai livello di barzelletta.
Nessun governo, per quanto miope possa essere, può dimenticare
l’obiettivo prioritario del lavoro e dello sviluppo economico. E
questo per un facile, facilissimo, ragionamento. In un sistema democratico
i governi si basano sul consenso popolare e non credo vi possa essere
alcun consenso ad un governo monotematico. La verità, come al solito,
non è quella che raccontano i diessini. Il nostro Paese, nei confronti
di mutati scenari economici che hanno sostanzialmente visto passare i
sistemi di economia mista (pubblico/privato) a sistemi di economia pura
con il mercato, e per giunta globale, dominus incontrastato. In questo
quadro lo scenario industriale ed economico italiano ha pagato lo scotto
del sistema misto così come quello di politiche del lavoro che
hanno finito per ingessarlo rendendolo non più competitivo. Una
riflessione infine sul fatto che alcuni imprenditori siano entrati in
politica e tra questi, il solito Berlusconi. Ben vengano gli imprenditori
in politica così come quanti altri credono nella politica come
servizio e non come lavoro. Solo che al contrario di Greco mi auguro che
possano prendere ad esempio il Cavaliere che, colpa grave, starebbe guidando
il Paese come se fosse un’azienda del suo gruppo. Infatti il gruppo
Mediaset gode ottima salute. Per quanto concerne l’on. Scaltritti
credo che all’esponente politico di Forza Italia vada l’indubbio
merito di essersi immediatamente attivato non appena informato, anche
dal sottoscritto, della difficile situazione ascolana. E non è
certo la prima volta che il parlamentare azzurro interveniva per far fronte
ai problemi economici del territorio. Voglio ricordare al sambenedettese
Greco gli interventi dell’on. Scaltritti a fronte dei problemi della
pesca e dei riflessi occupazionali.
IL SINDACO (Dr. Ing. Piero Celani)
Cronaca, 2004-03-17
|