Il Presidente D’Ambrosio ribadisce il suo rammarico per il ricorso
a sistemi di comunicazione in contrasto assoluto con il clima di leale
collaborazione tra istituzioni, al quale invece la Regione ispira costantemente
la sua condotta.
Il Sindaco di Falconara Marittima ritorna con la sua lettera aperta del
20 febbraio a contestare il rinnovo della concessione petrolifera all’API.
Il fatto è che, dopo aver partecipato alla intensa fase del confronto
con la Regione, la Provincia di Ancona e l’Azienda per giungere
alla definizione di un atto concessorio carico di stringenti prescrizioni
tecniche ed al Protocollo d’Intesa, seriamente impegnativo per l’API,
atti condivisi dall’intera maggioranza al governo della Regione
Marche, non sono emerse motivazioni trasparenti, di una qualche rilevanza,
per la non sottoscrizione dell’accordo da parte del Comune di Falconara
Marittima.
Ancor più sorprendente e inopportuno per i corretti rapporti tra
istituzioni, tutte interessate a migliorare il sistema sicurezza-salute-ambiente,
è apparso il successivo ricorso al TAR, di cui aspettiamo serenamente
il giudizio, così come con eguale spirito e fiducia attendiamo
le risultanze delle attuali indagini in corso da parte della Magistratura.
Poiché la Regione Marche ha inteso e intende governare il possibile
con tutti gli strumenti a sua disposizione, con una ricerca costante del
coinvolgimento degli Enti locali interessati, non si dimentichi che la
titolarità del procedimento di bonifica del suolo è del
Ministero dell’Ambiente, che peraltro non è oggetto degli
strali polemici del Sindaco di Falconara. La Regione, insieme all’Arpam,
ha nei giorni scorsi respinto le proposte tecniche dell’Azienda
sulle metodologie per il monitoraggio e la bonifica dei suoli; dagli approfondimenti
in corso scaturiranno protocolli tecnici ed ulteriori oneri per l’Azienda
nel pieno rispetto della concessione petrolifera e perseguendo l’obiettivo
del totale disinquinamento del sito.
E in ogni caso, fino al 2008 non si sarebbe comunque dovuto procedere
agli interventi di prima bonifica, che peraltro sono stati direttamente
curati proprio dall’Amministrazione comunale?
La Regione Marche, in sede politica e tecnica, non ha in nessun modo abdicato
alle sue funzioni; segue direttamente le operazioni di messa in sicurezza,
di bonifica e di monitoraggio; sta lavorando attivamente alla riduzione
dell’impatto ambientale della raffineria anche tramite progetti
innovativi per il territorio ed i suoi servizi primari a partire dal risparmio
energetico; ribadisce il proprio impegno per la salute di tutti i cittadini;
si riserva nei casi ivi previsti di attivare le procedure per sospendere
la validità della concessione stessa.
Comunque, qualora fosse accertata da parte del Sindaco “una vera
e propria tragedia (…) in danno della sottomessa popolazione di
Falconara Marittima” lo stesso potrebbe autorevolmente intervenire
con i propri poteri di massima autorità sanitaria locale.
Per coerenza e trasparenza ci si può inoltre chiedere come mai
almeno altrettanta fermezza non è usata dal Comune per il sito
della ex Montedison e che certo non coinvolge l’occupazione di oltre
1.500 lavoratori.
Cronaca, 2004-02-25
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