Sabato 28 febbraio, a Grottammare (Sala Kursaal,
dalle ore 9.30 alle 14.00), l’assessorato all’Agricoltura
della Regione Marche ha organizzato un convegno sul tema: “Il florovivaismo
marchigiano, dal presente al futuro”. L’incontro è
promosso in collaborazione con le associazioni di settore: Aflor Marche
e Marche Flor. Il programma prevede gli interventi degli assessori regionali
all’Agricoltura, Giulio Silenzi, e al Bilancio, Luciano Agostini;
quelli dei presidenti delle due associazioni (Luciano Adanti - Aflor Marche
e Giuseppe Santori – Marche Flor), dei dirigenti regionali Graziella
Gattafoni e Mariano Landi; di Giovanni Li Volti (Commissione piante e
fiori del Copa-Cogega) e di Sandro Nardi (fitopatologo Assam). Verranno
analizzati gli interventi della Regione a sostegno del settore, la normativa
nazionale e comunitaria, la valorizzazione del prodotto marchigiano, le
sfide del mercato globale. Il convegno è promosso nell’ambito
delle iniziative che precedono la convocazione della Conferenza agraria
regionale. È riservato a un comparto che, negli ultimi anni, ha
subito profonde trasformazioni, evolvendosi da impresa commerciale a vera
e propria attività agricola. Il florovivaismo risulta, oggi, sempre
più strategico per l’economia marchigiana. Le aziende sono
circa 886 (dati riferiti al 2000), di cui 446 specializzate in produzioni
di fiori e piante ornamentali, 440 nel vivaismo. Le Marche si posizionano
al quarto posto, a livello nazionale, per fatturato, dopo Toscana, Liguria
e Lombardia. È un settore in continua crescita, con un alto tasso
di occupazione e un elevato numero di giovani (intorno ai 40 anni) impegnati,
che assicura un buon ricambio generazionale. Carente è ancora la
valorizzazione del prodotto marchigiano, che spesso viene venduto a imprese
di altre regioni (Toscana e la città di Pistoia in testa) che poi
lo valorizzano e lo inviano su tutti i mercati mondiali. Un altro problema
è quello dell’impossibilità di reperire manodopera
qualificata, soprattutto nella stagione “invernale – primaverile”,
che coincide con l’epoca degli innesti e dei travasi.
Una questione aperta, comune però a tutti i settori agricoli, è
rappresentata, inolte, dai costi di produzione elevati, dovuti agli oneri
del riscaldamento e della manodopera. Nell’ambito del Piano agricolo
regionale, in corso di definizione, il florovivaismo – secondo la
Regione - dovrà trovare attenzione e rispose adeguate alle esigenze
di un settore in continua crescita.
Programma.pdf
Cronaca, 2004-02-25
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