Il sig. Diego Giacoboni, consigliere nazionale
della Fnnarc, sostiene che il Piano Marketing urbano per il Centro Storico
è superato anche perché non avrebbe tenuto conto dei centri
commerciali.
Senza voler ingenerare una sterile ed inutile polemica, vorrei ricordare
come la modulazione del Piano Marketing è stata fatta d’intesa
con le Associazioni del commercio e le rappresentanze sindacali le cui
opinioni sono state debitamente raccolte e recepite nella stesura del
Piano stesso in questi quasi due anni di lavoro tutti insieme attorno
al tavolo di concertazione.
Ed è questo, oltre ai risultati, l’indubbio merito del Piano
stesso: quello di aver riportato al centro del dibattito il Centro Storico.
Nel corso dei lavori per la redazione del Piano abbiamo tenuto conto delle
opinioni di quanti hanno voluto far sentire la propria opinione in merito,
nella consapevolezza che il progetto che si stava definendo era una progettualità
aperta, anche agli interventi del sig. Giacoboni se le avesse voluti fare
per apportare, in fase di definizione, il suo costruttivo apporto.
Del resto abbiamo sempre detto e sostenuto che il Centro Storico, formato
da una molteplicità di funzioni (commerciali, residenziali, direzionali,
ricettive, ecc.), presenta una situazione dinamica sempre in movimento
per cui qualsiasi indagine non può che rappresentare solo il trend
di quel momento.
Il Piano di programmazione, quindi, altro non è che un punto di
partenza, non certamente definitivo per cui, allora come oggi, chi ama
Ascoli può farsi tranquillamente avanti e contribuire alla definizione
di un più complessivo progetto per il rilancio del commercio nel
Centro Storico.
Se poi il Piano Marketing ha rilevato delle sofferenze per le attività
commerciali nel Centro Storico con la presenza di un solo centro commerciale
(Oasi) è chiaro che l’apertura dell’altro centro (Città
delle Stelle) ha accentuato questa sofferenza, così come, del resto,
è stato anche evidenziato dagli esperti della Iscom Group, appunto
perché il Piano indica un trend, non è soltanto una foto
che cristallizza una situazione. Il Piano, va ribadito, non è assolutamente
datato. Certamente il commercio deve fare i conti con i centri commerciali,
rispetto ai quali occorre una rimodulazione del modo di porsi della piccola
distribuzione rispetto alla grande.
Del resto, va ricordato che l’impegno di questa Amministrazione
nell’affidare alla Iscom Group la stesura del Piano Marketing era
appunto quello di valutare le negatività che impediscono la vitalità
del commercio nel Centro Storico e suggerire gli opportuni correttivi
alla luce di una sinergica strategia tra l’Ente locale e gli operatori
commerciali per rendere quest’ultimi concorrenziali e competitivi
dove il Centro Storico fosse un valore aggiunto e un momento di traino
per il rilancio delle attività economiche.
L’ Amministrazione Comunale aveva l’esigenza di pianificare
e di realizzare una strategia di marketing territoriale per rendere il
Centro Storico più ospitale e più valorizzato, tenendo conto
delle caratteristiche del Piano Secchi, del progetto di arredo urbano
in fase di attuazione e di altri progetti ed iniziative, soprattutto per
evitare confusione progettuale e programmatica che sarebbe potuto risultare
dannosa ed inefficace.
Da qui il lavoro portato avanti in questi mesi, con una prima fase di
indagini a campione mirate a definire le abitudini e i comportamenti di
acquisto della popolazione (una realizzata tramite interviste a un campione
di frequentatori del Centro Storico e l’altra tramite interviste
telefoniche a un campione di famiglie residenti all’interno dell’area).
Le analisi dei risultati conseguiti con queste metodologie hanno consentito
di evidenziare le criticità e le caratteristiche riguardanti i
servizi, l’ambiente urbano e la comunicazione con particolare riferimento
all’offerta commerciale ed artigianale presente nella zona. Ma soprattutto
si è evidenziata la forte vocazione turistica del Centro Storico
e la sua attrattiva commerciale pur se condizionata dai grandi centri
commerciali e dal notevole esodo vero S.Benedetto per lo shopping..
La seconda fase è stata di confronto, con una riflessione allargata
sui risultati delle analisi.
Una riflessione allargata che abbiamo portato avanti, nella “prima
fase”, con la partecipazione attiva e preventiva delle Associazioni
degli operatori commerciali, artigianali, professionali del Centro Storico
perché lo sviluppo del Centro Storico non può prescindere
dalla loro partecipazione propositiva.
Dall’analisi sono emersi alcuni aspetti quali, ad esempio, la necessità
di rivitalizzare il Centro Storico come luogo di incontro e passeggio
per quanti abitano nella zona ma anche in quella di gravitazione potenziale.
Altri aspetti evidenziati sono stati: la valorizzazione del patrimonio
artistico e architettonico della città creando sinergie fra le
diverse componenti (commercio, turismo, eventi); il lavoro sulla comunicazione
delle opportunità in tema di prodotti tipici, vie dello shopping,
segnaletica di accesso, percorsi pedonali e animazione del Centro. Infine,
la riqualificazione dell’offerta commerciale, della qualità
urbana che interessa anche i residenti e la creazione di un “marchio”
per il Centro Storico.
Se poi il Piano Marketing ha rilevato difficoltà legate al Piano
Sosta, ritengo che tali difficoltà dopo l’adozione del nuovo
Piano della Sosta andranno indubbiamente ad essere alleviate perché
le zone miste hanno avuto il compito, appunto, di rendere più accessibile
il Centro Storico.
In sostanza, un centro storico più ospitale e più valorizzato,
non solo per quanti qui vivano la loro attività e la loro vita
quotidiana ma anche per coloro che per vari motivi ed interessi hanno
il piacere o la necessità di recarvisi.
Vorrei infine ricordare al signor Diego Giacoboni che alcune azioni hanno
già trovato o stanno trovando spazio concreto all’interno
di singoli progetti operativi finalizzati anche alla organizzazione di
“eventi” per la notevole affluenza di persone che possono
attirare nel “Centro Storico”.
Si va dagli incentivi per la riqualificazione del commercio e la valorizzazione
dell’artigianato con il contributo per le vetrine, al “Progetto
Filarmonici”, il protocollo di intesa con i proprietari immobiliari
finalizzato a ridurre i locali attualmente “chiusi” e gli
edifici inutilizzati o fatiscenti. Un protocollo d’intesa che avrebbe
lo scopo, se fosse stipulato, di rendere contenuti i canoni di affitto
e impedire quindi l’espulsione di attività artigianali o
commerciali in genere.
Tutto questo non credo possa definirsi “propaganda” ma più
semplicemente il frutto del lavoro che abbiamo portato avanti, in questi
anni, per far crescere la nostra città.
IL SINDACO
(Dr. Ing. Piero Celani)
Cronaca, 2004-02-14
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