L’Agenzia Europea per
la Salute e la Sicurezza sul Lavoro ha compilato il modello per una valutazione
dei rischi più sensibile al genere e, in special modo, alcuni esempi
di pericoli e rischi che si riscontrano in attività lavorative,
prevalentemente femminili, nei settori alimentari, sanità, pulizie,
tessile, ufficio, ecc. Il lavoro adattato al lavoratore e non il lavoratore
che deve adattarsi al lavoro è una priorità per migliorare
le condizioni di lavorative. Si deve tener conto anche del lavoro femminile
che, pur svolgendosi in luoghi prevalentemente diversi da quelli prettamente
maschili e considerati ad alto rischio, in realtà comporta notevoli
rischi e pericoli. La valutazione dei rischi deve tener conto, dunque,
di tutte le problematiche e delle disuguaglianze e il lavoro deve essere
concepito con organizzazione ed attrezzature idonee per adattarlo alle
persone e non viceversa. La comunicazione della Commissione europea (Com(2002)118
def., “Adattarsi alle trasformazioni del lavoro e della società:
una nuova strategia comunitaria per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro”,
pone, infatti, tra gli obiettivi, l’inserimento di queste problematiche
nella valutazione dei rischi. Individuare,quindi, anche i fattori considerati
in genere meno evidenti e problemi di salute che si manifestano in una
ampia serie di problematiche quali la discriminazione, le molestie, la
partecipazione alle decisioni, i conflitti tra lavoro e vita privata,
ecc. Invece dei noti fattori di rischio biologico, chimico e fisico, riportiamo,
per ragioni di spazio, alcuni esempi di fattori “psicosociali”
riscontrabili nei settori lavorativi.
- sanità: alto coinvolgimento emotivo, turni, violenze dagli utenti;
- pulizie: orario asociale, violenza in caso di lavoro isolato o tardivo;
- produzione alimentari, tessile e abbigliamento: stress dovuto a lavoro
ripetitivo e monotono delle varie catene, ritmi sostenuti;
- ufficio: stress per frequenti interruzioni, contatto con il pubblico,
lavoro ripetitivo e monotono;
Riesaminare le politiche della sicurezza con maggiore importanza per la
sorveglianza della salute e, in particolare, esaminare con occhio critico
i cosiddetti lavori leggeri per valutare l’interfaccia casa lavoro,
lo sforzo muscolare statico, tempi-metodi e carichi di lavoro, disturbi
muscoloscheletrici, ecc. Inoltre occorre fornire una adeguata formazione
e le informazioni necessarie a tutti i livelli (dai responsabili e componenti
dei Servizi di Prevenzione e Protezione, ai responsabili dei controlli,
ai rappresentanti sindacali, ai responsabili dei lavoratori per la sicurezza
e, naturalmente, a tutti i lavoratori), per inserire nel contesto lavorativo
una “cultura della sicurezza” che è alla base della
prevenzione.
Pietro Lucadei
Igiene, Prevenzione e Sicurezza nell’Ambiente di Vita e di Lavoro,
2003-10-22 ore 23.41
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